• 5 milioni per i danni da cenere vulcanica
  • Accolta la richiesta siciliana
  • Li stanzia la Protezione Civile nazionale

Arrivano nuove risorse per i danni dovuti alla cenere vulcanica nel Catanese. Il dipartimento nazionale della Protezione civile ha deliberato la assegnazione di cinque milioni di euro a favore della Regione per le spese sostenute per la rimozione della cenere vulcanica nei Comuni colpiti. Lo ha comunicato il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio al presidente della Regione Nello Musumeci, che aveva inoltrato nel marzo scorso una apposita richiesta a Roma.

Martedì la riunione dell’Unità di Crisi

“La risorsa, in aggiunta a quella già disposta dalla Protezione civile regionale, servirà – spiega Musumeci – a far fronte alle prime spese sostenute dai Comuni afflitti dalla cenere. Pagheremo appena il dipartimento guidato da Salvo Cocina avrà ricevuto dai Comuni la documentazione necessaria. Intanto martedì mattina si riunirà al PalaRegione di Catania l’Unita di crisi nazionale, presente lo stesso Ingegnere Curcio, come da me richiesto, per pianificare ogni iniziativa utile ad affrontare una calamità che continua a provocare disagi e danni ai privati. Ringrazio il capo della Protezione civile nazionale per la attenzione e la disponibilità dimostrata. Lavoreremo per stare accanto ai sindaci ed ai cittadini etnei, tormentati ormai da cinque mesi da questa attività effusiva del vulcano”.

Il 5 luglio la richiesta

La richiesta era partita dalla Regione il 5 luglio scorso dopo un incontro con i sindaci dei comprensori etnei che avevano manifestato le difficoltà e i costi derivanti proprio dalla cenere vulcanica

Resta in piedi l’emergenza incendi

Durante l’incontro era stato affrontato anche il tema del contrasto agli incendi già  al centro del vertice, in videoconferenza, con l’Unità di crisi nazionale chiesto dal presidente Musumeci. Proprio durante il vertice si è discusso della possibilità di richiedere ulteriori unità dell’Esercito in Sicilia, questione che sarà sottoposta, per competenza, al ministero della Difesa. Ma da allora di questo non si è più avuta notizia

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