Il Comune di Catania può tentare di fare cassa, mettendo all’asta molti dei propri immobili. Visti i (miseri) risultati del passato, non è detto che l’operazione riesca ma il Consiglio ha, intanto, autorizzato il Piano delle dismissioni che rientra nella manovra bis di riequilibrio.
Venti presenti su quarantacinque, ieri sera nell’Aula degli Assenti la delibera è stata approvata con 12 voti favorevoli e 2 contrari. Sei gli astenuti.
Riveduta e corretta, rispetto alla proposta iniziale della giunta Bianco, la lista dei beni che finiranno sul mercato.
Il cartello “vendesi” non sarà più collocato sul portone di tre ex chiese – Sant’Euplio in piazza della Borsa, San Francesco in via Pietro Verri e San Cristoforo Minore in piazza Spirito Santo – e sui cancelli di villa Gentile Cusà, villa Curia di corso Indipendenza, villa Fazio al viale Sisinna, né su quello del villino di via Rametta e di Casa Nicosia al viale Grimaldi.
“Risparmiati” pure l’ex Teatro Coppola in via Vecchio Bastione e il mercato rionale di Picanello, l’ex palestra di via Verginelle e ancora le palazzine “Tondo Gioieni” in via Etnea insieme con alcune botteghe in via Don Minzoni a San Giovanni Galermo.
Entrano in elenco, invece, alcuni immobili al viale Moncada 11 e al viale Nitta 12 di Librino.
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