Sul progetto per la costruzione della Casa Circondariale di Bicocca-Catania si rischia di passare dal danno alla beffa: se l’Amministrazione Penitenziaria non darà corso al progetto dovrà pagare una pesante penale al Consorzio Stabile SQM s.c.a r.l. che ha avuto l’incarico di progettazione per conto di Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio del commissario Straordinario del Governo per le Infrastrutture Carcerarie”.

A denunciarlo è il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP. Aldo Di Giacomo che dopo aver interessato nei giorni scorsi della questione il Ministero di Grazia e Giustizia, DAP, Prefetto di Catania, Regione e rappresentanze istituzionali della Sicilia, annuncia che nella prossima settimana sarà a Catania per riproporre il problema.

Stiamo parlando di 27 milioni di euro da circa sei anni accantonati e – evidenzia – 450 nuovi posti per detenuti, un numero importante tenendo conto l’alto indice di sovraffollamento di tutte le carceri specie siciliane (sono 6.500 i detenuti) che consentirebbe di applicare la norma della detenzione nella regione di origine. Soprattutto in Sicilia lo Stato ha un forte debito che risale all’intesa con la Regione sottoscritta nel 2010 che prevedeva addirittura quattro nuovi istituti di pena (oltre Catania, Sciacca, Mistretta e Marsala) e poi le cose sono andate come tutti sappiamo”.

Per il segretario del S.PP. “come dimostrano ritardi, inadeguatezze, sottovalutazioni da parte dell’Amministrazione Penitenziaria non si è in grado nemmeno di gestire l’ordinaria amministrazione che in questo caso scandaloso riguarda semplicemente l’iter burocratico-normativo-tecnico per la realizzazione di un importante progetto in grado di migliorare l’attuale dotazione carceraria caratterizzata da istituti di pena che hanno sino ad un secolo di vita. Ma noi che ci battiamo a tutela della piena dignità di detenuti e personale di Polizia Penitenziaria non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare alla battaglia per il nuovo carcere a Catania sfidando le istituzioni a pronunciarsi con chiarezza e di conseguenza ad assumersene la responsabilità”.

Articoli correlati