Ci sono ex e post di tutto, ma anche amministratori e consiglieri in carica. Sì perché quando Totò Cuffaro da Raffadali si sposta c’è un mondo che, per affetto, riconoscenza e magari curiosità si mobilita.

Oggi l’ex presidente della Regione è tornato nel Catanese, a Tremestieri Etneo, per presentare il suo ultimo libro “L’uomo è un mendicante che crede di essere un re” assieme al giornalista Luca Telese e all’ex garante dei detenuti, Salvo Fleres.

Prima del confronto, baci, saluti e i tanti ‘ti ricordi?’ del resto i cinque anni da detenuto lo hanno allontanato da un mondo. Il suo.

“Ah… ma c’è la stampa…”, dice Cuffaro appena ci vede. Allora accendiamo.

Si parla subito del caso Maniaci, con il quale l’ex governatore non ha avuto ‘mai rapporti’’.

“Quando in qualche modo viene lesa l’immagine della lotta alla mafia è una cosa che fa dispiacere – dice –. Mi auguro ci sia la possibilità di un chiarimento, ma onestamente non mi è piaciuta la posizione di chi in conferenza stampa ha annunciato di voler denunciare i carabinieri”.

Secondo l’ex governatore, infatti,  “deve esserci rispetto per l’intero sistema giustizia, quindi anche per le forze dell’ordine. A me non è mai passato per la mente una presa di posizione tale da dire: denuncerò i carabinieri”.

Cuffaro è fra coloro che non hanno visto la puntata di ieri di ‘Bersaglio mobile’, il talk condotto dal direttore de La 7, Enrico Mentana, che affrontava la vicenda Maniaci.

In studio c’era Antonio Ingroia, ex procuratore aggiunto di Palermo e oggi legale del direttore di Telejato, il quale alla domanda di Mentana su come vedesse oggi da difensore il carcere ha risposto anche che un magistrato prima di apporre la firma sul timbro ‘visto si esegua’di una misura cautelare deve soffermarsi a pensare. “L’ha detto Ingroia? –esclama stupefatto l’ex detenuto Cuffaro sgranando gli occhi – Davvero? Beh se lo ha detto comincio a condividere le cose che dice Ingroia…”.

Inevitabile, poi, ‘toccare’ i tasti della politica nazionale con le prossime amministrative, Roma in primis. Ma per chi voterebbe Cuffaro nella capitale?

Marchini –evidenzia sicuro- . Intorno a lui si stia realizzando un assemblamento delle posizioni moderate. Per quanto mi riguarda è l’idea che dovrebbe ulteriormente maturare perché nel nostro Paese possa esserci un centro che diventi protagonista nelle prossime elezioni politiche”.

Ed in Sicilia c’è aria di lista?

“Liste non ne faccio e non faccio politica. Certo, l’idea che anche in Sicilia possa esserci quello che sta succedendo a Roma con Marchini, avrebbe molto più spazio e potrebbero addirittura vincere. Spero che gli attori che hanno messo assieme quella candidatura – continua – possano ritrovarsi anche in Sicilia con una candidatura che possa dare a quel 51 per cento che la volta scorsa non è andato a votare, la possibilità di essere rappresentati”.

L’ex presidente della Regione ha infine parlato del cosiddetto Partito della Nazione che, secondo lui, “non avrebbe condivisione di idee, valori e cultura. Se ne parla da 30 anni ma nessuno lo ha mai fatto…”

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