indagini dopo sbarco: ai domiciliari la 'madame'

Dai riti voodoo al marciapiede: la storia di ‘Nicoletta’ giovane migrante nigeriana costretta a prostituirsi

La promessa di una vita migliore in Italia fatta dalla vicina di casa era una trappola. Una volta sbarcata a Palermo, una giovane migrante nigeriana, che nel 2015 era ancora minorenne, è stata costretta a prostituirsi.

E’ la storia di Nicoletta (nome di fantasia) che gli investigatori hanno ricostruito e che grazie alla sua testimonianza sono riusciti ad identificare la ‘madame’, una nigeriana che gestiva il traffico di giovani donne migranti.

Le indagini sono state avviate subito dopo l’arrivo della nave ‘Siem Pilot’ il 24 luglio 2015 al Porto di Palermo. L’attività investigativa iniziata dalla Squadra Mobile di Palermo è stata completata dai colleghi di Catania con l’esecuzione della misura cautelare.

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La giovane nigeriana, all’epoca minorenne, “Nicoletta”, nome di fantasia, ha riferito alcuni dettagli sul viaggio compiuto per raggiungere l’Italia, dopo le promesse fatte da una vicina di casa che le aveva prospettato la possibilità di partire per l’Europa dove avrebbe potuto trovare un lavoro, così da potere saldare il debito iniziale, pari alla somma di 35.000,00 euro, contratto con la sua ‘madame’.

Ai domiciliari è finita Belinda John, 36 anni, ritenuta responsabile del delitto di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla tratta di persone, di tratta di persone aggravata e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con le aggravanti di avere esposto a pericolo la vita o l’incolumità delle persone trasportate – facendole imbarcare su natanti occupati da numerosi migranti privi di ogni necessaria dotazione di sicurezza – e di avere agito al fine di reclutare persone da destinare alla prostituzione o, comunque, allo sfruttamento sessuale ed al fine di trarne profitto.

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