“Abbiamo fatto passi da gigante nella tutela dei Minori, la nostra legislazione si è posta all’avanguardia in Europa, ma ora è necessario fare rete, mettere insieme il centro e la periferia con una visione unica per tutta Italia”.
Così, ha esordito Gabriella D’Orso, responsabile Struttura Missione MSNA, del Ministero dell’Interno, ospite al convegno che si è svolto a Catania, sui temi dell’evoluzione delle migrazioni e la rimodulazione dell’accoglienza in Italia, organizzata dal Consorzio Il Nodo e dal Coordinamento Nazionale Comunità Minori (CNCM), in collaborazione con il Servizio centrale SPRAR, il comune di Catania e con il patrocinio dell’Ordine degli assistenti Sociali Regione Sicilia e dell’Associazione Italiana di Sociologia, sociologia del territorio.
“Un incontro che vuole essere l’inizio di un percorso di “buona prassi” per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati”, ha detto Fabrizio Sigona, presidente del Consorzio Il Nodo. “La bella accoglienza non fa notizia, eppure è quella che ci porta ad essere orgogliosi del lavoro che ogni giorno viene compiuto – ha proseguito Gabriella D’Orso – quella del Consorzio Il Nodo di Catania è un esperienza importante, con un modello efficiente, una pratica ben consolidata sul territorio”.
“Sono 65 milioni le persone nel mondo che scappano dalle guerre, dalla fame, dalle dittature e dalle persecuzioni e per loro non esiste un modo legale per arrivare nella ‘fortezza Europa’– ha commentato il giornalista Luca Attanasio che ha avviato i lavori – di loro molti sono minori non accompagnati, ragazzi dall’età media di 16 anni, che lasciano tutto per sperare in futuro migliore ragazzi che vogliono essere messi alla prova e dimostrare il loro valore”.
“Il fenomeno comincia con gli sbarchi in Sicilia, ma poi si conclude molte volte in Europa” ha proseguito Sigona, “ed è necessario creare un percorso di integrazione e mobilità consentendo ai ragazzi, che spesso scappano e si rendono irreperibili, di spostarsi all’interno dell’Europa”, ha aggiunto Gianni Fulvi, presidente CNCM.
Dopo l’intervento del prefetto di Catania Silvana Riccio che ha sottolineato la rilevanza del fenomeno dei minori che giungono in Sicilia e la peculiarità del territorio della provincia di Catania, dove sono presenti numerosi centri di accoglienza che ospitano oltre mille minori stranieri non accompagnati, Filippo Finocchiaro, delegato regionale ASGI Sicilia, ha affrontato i temi della tutela del minore nell’ordinamento italiano, le problematiche che questa presenta nel lavoro con i MSNA e i meccanismi di valutazione circa la tipologia di procedimento da mettere in atto, in base alle storie dei minori. A parlare del complesso intervento multidisciplinare, che vede il suo coordinamento in capo alla figura dell’assistente sociale, è stata Maria Concetta Storaci, consigliera dell’ordine nazionale degli Assistenti sociali. Nella seconda parte della mattinata, la tavola rotonda ha visto gli interventi di Maria Francesca Pricoco, presidente Tribunale per i Minorenni di Catania, Matteo Zappa, Caritas Ambrosiana, Rosario D’agata, assessore all’ecosistema urbano del comune di Catania, Marianne Antunes, Presidente dell’Association En Mecs.
A Catania il Consorzio Il Nodo è stato promotore di un modello di accoglienza che punta all’integrazione. Un esempio di buone prassi è quello dell’orto biologico realizzato nell’orto di Villa Santa Maria degli Angeli, sede del Centro di Prima Accoglienza (CPA) per MSNA del Consorzio Il Nodo a seguito del corso di progettazione per la sostenibilità e i sistemi biologici, è stato raccontato da alcuni allievi stessi del corso, in parte italiani e in parte migranti, Andrea Tringali, ingegnere ambientale, Bacar Djau. All’incontro ha partecipato anche Stéphane Duval insieme ad una delegazione che ha gestito l’emergenza del campo di Calais in Francia.
In Europa arriva solo il 6% del flusso mondiale di migranti forzati. Il paese che ospita più profughi è il Libano che su 4,2 milioni di abitanti, conta 1 milione e mezzo di rifugiati. “Eppure, in Europa si continua a parlare di “Invasione migranti”, ha commentato Carlo Colloca, consulente della commissione d’inchiesta sui sistemi di accoglienza dei migranti. “Viviamo nella retorica dell’accoglienza e dell’emergenza – ha proseguito – che ha vaporizzato gli altri argomenti, dimenticando per esempio, che ci sono 5 milioni di stranieri regolari in Italia, residenti, che lavorano, e circa 80 mila bambini nati in Italia chiamati, ancora, stranieri”. C’è un problema comunicazione del fenomeno dell’immigrazione in Italia e la disinformazione è massima: gli italiani, per esempio, hanno una percezione della presenza degli stranieri sul territorio addirittura del 30%, ma in realtà la reale presenza dei “migranti forzati” si ferma a neppure l’8,5%: La punta massima degli arrivi è stata raggiunta nel 2016 con 181 mila migranti sbarcati, di cui 26 mila minori, che certo non sono pochi, ma non raggiungono neppure l’1% della popolazione”.
“Sull’accoglienza che diventa speculazione siamo feroci – ha concluso Gabriella D’Orso – stiamo portando avanti il progetto “Mireco”, intervento finanziato tramite il fondo FAMI, che realizzerà un sistema di monitoraggio finalizzato ad intercettare lacune, disservizi o malaffare”.
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