All’indomani della notizia dell’inchiesta della Procura di Catania sui debiti con il Fisco di alcuni politici siciliani e sulle ‘agevolazioni’ da parte dei nove dirigenti di ‘Riscossione Sicilia’ indagati per abuso d’ufficio continuato, il capogruppo di Ncd all’Ars, Nino D’Asero (che non è indagato) ribadisce la propria posizione.

“La ritengo una grave situazione per colpire in maniera ingiustificata – dice D’Asero – Io ho dichiarato e lo verificheremo successivamente, atti alla mano, che non ho mai usufruito di alcun beneficio. Ho richiesto nel luglio del 2015 quale era la mia situazione debitoria nei confronti della Serit, è stata fatta una ricognizione ed è venuto fuori tra sanzioni e interessi la somma da pagare di 4700 euro. Somme che sono state rateizzate e di cui ho già pagato 18 rate. Ritrovarmi oggi in questa situazione che è solo fango mediatico è sicuramente un fatto grave. Se poi il cittadino deve avere più diritti e il politico D’Asero meno diritti è un fatto che lascio alla valutazione delle persone normali. Se esistono i termini per una querela io querelerò chi usa in maniera impropria una posizione per strumentalizzare e per fare emergere atteggiamenti che non sono positivi e propositivi per la Sicilia, ma che cerca di fare operazioni colpendo gli altri per fare emergere una posizione che secondo me è tutta da capire…”.

Oltre D’asero, i parlamentari regionali che sarebbero stati favoriti dagli indagati sono Nello Musumeci, leader del movimento ‘DiventeràBellissima’ e Raffaele Nicotra, deputato regionale del Pd. Neanche loro sono indagati. 

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