È ancora emergenza casa a Catania. Dopo i sit-in dei giorni scorsi è in programma per lunedì un’assemblea sul disagio abitativo organizzata dal Sunia della città etnea, con l’obiettivo di sollecitare soluzioni urgenti e chiedere che la questione sia inserita tra le priorità della giunta comunale.
Con lo slogan “Diamo voce al disagio”, il Sunia invita i cittadini interessati a prendere parte all’incontro – a partire dalle 9.30, nel salone Sebastiano Russo’ della Cgil via Crociferi 40 – per porre domande e raccontare le proprie esperienze in presenza di rappresentanti sindacali e funzionari comunali e dell’assessore comunale alla casa Angelo Villari.
“Per quanto riguarda l’emergenza abbiamo due questioni – spiega l’assessore ai Servizi Sociali – una riguarda gli strumenti che possono dare risposta al bisogno di casa con il buono Casa che il comune offre a chi sfrattato cerca una casa. Sono 250 euro che vengono dati ai proprietari delle case che affittano un immobile a uno sfrattato e che può essere utilizzato fino ad un massimo di due anni”.
“Inoltre abbiamo gruppi appartamento – continua Villari – in cui possiamo cercare di collocare le persone che sono senza tetto, senza casa, che sono state sfrattate che oggi sono senza un’abitazione dignitosa. E poi stimo lavorando per costruire un’idea di abitare diversa nel futuro. Stiamo lavorando sul Pon inclusione con le risorse comunitarie, per cui ci sono già in campo dei progetti, perché si possano spendere alcune decine di milioni per costruire circa 209 alloggi d’emergenza che saranno messi in campo con i modi e i tempi e le regole del finanziamento europeo”.
“C’è una cosa a cui tengo molto: a Catania abbiamo circa 1300 abitazioni occupate abusivamente, dell’Istituto autonomo case popolari. È chiaro che l’occupazione abusiva degli immobili pubblici, non v’è dubbio, mette in discussione il diritto di chi è in graduatoria e che non ha quindi la possibilità di utilizzare questi immobili perché occupati abusivamente. Io credo che su questo sia necessario fare una riflessione e coordinare il lavoro perché, sicuramente tra gli abusivi ci saranno molti che ne hanno bisogno davvero, ma sicuramente c’è chi utilizza l’emergenza e la difficoltà per fare atti illegali che non possono essere rispettati”.
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