Una agenzia di esperti contabili esterni per la stesura del piano di riequilibrio finanziario pluriennale del Comune di Catania, per il quale la Corte dei Conti ha dato tempo fino alla fine di giugno del corrente anno. A sollevare il caso sono Confcommercio e i 5stelle che in due distinti comunicati accusano l’amministrazione di ulteriori sprechi attraverso le consulenze.

Va spiegato che l’amministrazione aveva già adottato il piano, ma avvalendosi di una norma contenuta nella Legge di stabilità 2016 che ha dato facoltà ai Comuni di rimodulare il precedente piano in coerenza con l’arco temporale di trenta anni previsto per il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi (articolo 3, decreto legislativo23 giugno 2011, n. 118), dovrà “rifare i conti” che in precedenza erano stati fatti, avvalendosi del minor termine di dieci anni.

In sostanza – spiegano i 5 stelle – non si aggiunge niente di nuovo in merito alle situazioni di precarietà della gestione amministrativa e dei conseguenti rimedi per farvi fronte, ma si modifica soltanto il termine del piano, portandolo da dieci a trenta anni.

“Per questo motivo – dichiarano Nunzia Catalfo e Gianina Ciancio, portavoce del M5S al Senato e all’Ars – diventa di difficile comprensione il ricorso ad una agenzia di esperti esterni, con relativo costo per i cittadini, a meno che l’amministrazione non abbia voluto manifestare all’esterno la mancanza di fiducia nei dipendenti dei suoi uffici contabili interni, cosa che si tradurrebbe in una ammissione della inattendibilità della contabilità e dei conseguenti valori del bilancio, da tempo messi in evidenza dal meetup Catania5Stelle di piazza Guardia”.

Duro anche il commento di Confcommercio che attraverso il presidente Giovanni Saguto non risparmia critiche all’amministrazione.

“Dichiarare che vi sia una complicata situazione economica-finanziaria e che l’ente necessiti del supporto e assistenza specialistica e pluridisciplinare non presente all’interno ci appare anche come un atto di sfiducia sia nei confronti dell’assessore al bilancio che dei tecnici dell’ufficio ragioneria generale e delle altre figure professionali comunali – si legge –. Abbiamo il timore che il ricorso ad esperto esterno può anche indicare che la situazione finanziaria si sia addirittura aggravata e complicata rispetto al passato, tanto che il piano di riequilibrio necessita di competenze più specifiche”.

Sull’assistenza tecnico-giuridica alla riformulazione del Piano di Riequilibrio è intervenuto l’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando che ha sottolineato innanzitutto come “non si tratti di esternalizzazione“.

“La predisposizione del nuovo Piano di Riequilibrio – ha affermato in una nota – è composta di tre fasi: esame tecnico-giuridico, con la verifica delle criticità del precedente documento, controllo tecnico-contabile anche alla luce della Riforma che impone la riformulazione del vecchio Piano, e valutazione politica, che spetta a sindaco e Giunta. Il nodo più rilevante riguarda appunto la valutazione contabile, anche perché la Riforma è stata approvata da poco e, anche a livello nazionale, le professionalità in grado di portare a termine questo compito sono rare. A fronte di tutto questo va ricordata la grave situazione del Personale nel Comune di Catania. Non c’è quindi alcuna stranezza nel cercare una collaborazione per questo specifico obiettivo”.

“In particolare – ha concluso Girlando – va sottolineato che, ormai da oltre sei mesi, il nostro ente è privo dell’indispensabile figura del Ragionere generale a tempo pieno, carica gestita da un Direttore ad interim che guida anche altre direzioni”.