La città di Catania festeggia la sua Patrona, sant’Agata. Un appuntamento molto atteso da fedeli e turisti, soprattutto quest’anno. Le celebrazioni per la Patrona della città, la terza festa cristiana per partecipazione al mondo, sono tornate in presenza dopo l’emergenza Covid 19.

Ieri sera lo spettacolo piromusicale

Tutti a naso in su ieri sera in occasione del tradizionale spettacolo piromusicale che si è svolto, come da tradizione, davanti la cattedrale. Come si vede dalle foto pubblicate sui social dal Comune di Catania, piazza Duomo era davvero gremita.
I catanesi e i tantissimi turisti, finalmente hanno potuto radunarsi nella piazza principale della città per assistere all’esplosione dei fuochi d’artificio unita all’esibizione musicale e alla proiezione dello spettacolo sulle quattro facciate dei principali palazzi cittadini. I fuochi sono stati esplosi dalla vicina Villa Pacini e l’esibizione musicale è stata realizzata dal coro Tovini.

La “Sira ‘o tri”

L’esplosione dei fuochi d’artificio, insieme a musica e i canti, intende rappresentare una sorta di “sveglia” per la Santa Patrona di Catania affinché possa essere pronta a presentarsi davanti alla sua gente.

Stamattina la Messa dell’Aurora

I festeggiamenti proseguono. Stamattina in Cattedrale si è tenuta la Messa dell’Aurora. Emozionante l’omelia di monsignor Luigi Renna, arcivescovo di Catania.

Portare la croce per far risorgere la città

Renna ha detto: “E anche voi, uomini che avete a cuore il bene comune nell’amministrazione pubblica, nelle forze dell’ordine, in campo educativo: sappiate perdere la vita come Agata, portando ogni giorno la croce di chi rifiuta il compromesso e fa crescere l’onestà. Se voi porterete bene la vostra croce, la città risorgerà”.

Il ricordo di Padre Puglisi, Rosario Livatino e Biagio Conte

“Ma pensate che ci sia un tempo nella storia dell’umanità in cui non è rischioso essere e rimanere cristiani? E’ stato rischioso – ha ricordato monsignor Renna – per don Pino Puglisi, perché un parrino a Palermo, al quartiere Brancaccio, doveva rinnegare o la croce o la mafia che voleva mettere le mani sui giovani della sua parrocchia. E’ stato rischioso essere un magistrato che come cristiano portava la croce di occuparsi di criminalità organizzata, scelta consapevole con la quale Rosario Livatino ha abbracciato la sua responsabilità sotto la tutela di Dio. E così Biagio Conte: ha corso il rischio di non girare la testa dall’altra parte davanti alle povertà, e di rinunciare a stare sereno e quieto nei salotti che frequentava: ha venduto tutto ed ha seguito Cristo, per fare qualcosa che infondesse speranza ai poveri”.

(foto di Roberto Viglianisi tratte dalla pagina facebook del Comune di Catania)

Articoli correlati