Accessi illeciti alle posizioni contributive di politici siciliani che sono anche le più alte cariche dello Stato.
La denuncia arriva, ancora una volta, dall’amministratore unico di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo, che in un servizio andato in onda ieri a Le Iene ha rivelato che sarebbero ‘spiati da dipendenti di Riscossione Sicilia’ il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quello del Senato, Piero Grasso, il ministro degli Esteri, Angelino Alfano ed il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro.
Qualche settimana fa Fiumefreddo aveva denunciato presunti accessi illegali non solo relativi alla sua posizione, ma anche quelle “del governatore Rosario Crocetta, del parlamentare regionale Nello Musumeci e dei deputati del M5S”.
A Le Iene, Fiumefreddo ha spiegato che “questo non ha nulla a che vedere con le pratiche esattoriali” e all’inviato della trasmissione di Italia uno ha ricostruito la possibilità di essere tracciati attraverso i movimenti delle carte di credito o degli assegni, “attività che servono per scoprire i grandi evasori”.
“Un dipendente che fa centinaia di accessi abusivi sa di rischiare il posto di lavoro ed io dubito che possa fare questo per motivi di banale curiosità, se lo fa è perché qualcuno glielo ha ordinato”, puntualizza l’amministratore di Riscossione Sicilia che ipotizza l’esistenza di un mandante.
“Non ho dubbi – ha detto – sono ordini che vengono da fuori, da una parte del sistema politico che da sempre ha usato l’esattoria per non far pagare i grandi evasori, proteggere alcuni poteri criminali e utilizzarla come forza di intelligence, di spionaggio”.
Fiumefreddo rivela che “la posizione del presidente della Repubblica, Mattarella ha avuto più di venti accessi, il presidente del Senato, anche lui, una ventina di accessi”.
“Queste posizioni sono state stampate – ha detto nel corso dell’intervista – per curiosità io non stampo le cartelle se lo faccio è perché debbo portarli a qualcuno da qualche parte. Questo, credo sia destramente grave anche per la sicurezza della Repubblica”.
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