“L’Ufficio tecnico comunale di Giarre non rilascia permessi  di scarico fognario, né rinnovi. Quindi, niente autorizzazioni sanitarie. E decine di attività produttive bloccate”.

I commercianti protestano per la paralisi amministrativa, “onda lunga” del sequestro preventivo disposto sei mesi fa dalla magistratura per quella eterna incompiuta che va sotto il nome di depuratore consortile di Mascali.

Il sindaco giarrese Angelo D’Anna, cui abbiamo chiesto una replica, non commenta. Almeno, per ora. Lui e altri colleghi dell’area ionica, comunque, si appresterebbero a chiedere l’intervento della Prefettura per procedere nel rispetto di tempi e vincoli imposti dal procedimento giudiziario.

Dalla sede provinciale di Confesercenti, intanto, il direttore Salvo Politino annuncia iniziative legali: “Quanto verificatosi a Giarre, dimostra ancora una volta l’ostacolo della burocrazia quale elemento insormontabile per quanti vogliono scommettersi nel Fare Impresa ,  recando un danno all’economia locale. Nei prossimi giorni verificheremo  le responsabilità  e le eventuali azioni da intraprendere”.

Politino aggiunge: “L’Italia è all’ottantesimo posto per quanto riguarda la capacità di fare impresa. Si tratta di un dato sconfortante, se si considera che tutti i Paesi dell’Europa occidentale e orientale, così come gran parte dei Paesi americani e asiatici, hanno un sistema di tassazione, di regole e di infrastrutture materiali e immateriali che rendono il “fare impresa” un’operazione molto più facile che da noi. E’ da qui che deriva la lunga stagnazione italiana ed il decennio di crescita zero, o quasi zero, che abbiamo alle spalle. Le conseguenze di questi ostacoli si traducono in bassi tassi di innovazione, debolezza nelle dinamiche di crescita, comprese quelle occupazionali, e lo spreco di tante idee e talenti che da noi non riescono a tradursi in fatti e in economia reale. Per risolvere questi numerosi impasse, è necessaria una semplificazione normativa, che è indispensabile per facilitare la nascita di nuove imprese. Per realizzarla, bisogna mettere in atto decine di interventi nella disciplina dei diversi settori di attività, ma anche dare il via a una serie di liberalizzazioni, tramite le quali sarà più facile creare delle start-up, soprattutto per i giovani”.