Arriva al fotofinish la sorpresa del governo guidato da Paolo Gentiloni che ha inserito nella lista dei ministri la catanese Anna Finocchiaro.
Per la senatrice del Pd, da oggi titolare dei Rapporti con il Parlamento, si tratta di un ritorno a Palazzo Chigi dopo l’esperienza alle Pari Opportunità dal 1996 al 1998 nell’esecutivo di Romano Prodi. Ma il percorso politico di Anna Finocchiaro è stato di assoluto rilievo tanto da sfiorare, nel 2015, la candidatura al Quirinale che si allontanata per il coinvolgimento del marito in un’inchiesta sfociata poi in un processo sul Pta di Giarre che si è celebrato a Catania.
Per molti è una lady di ferro, autoritaria ma soprattutto autorevole tanto da schivare tout court il processo di rottamazione avviato da Matteo Renzi nel Pd. E’ eloquente ciò che avviene proprio con la riforma della Costituzione promossa dal Governo Renzi che vede Finocchiaro, da presidente della commissione Affari Costituzionali, impegnata in prima linea nella stesura dell’emendamento che riesce a pacificare il Pd (anche se lo scontro si cristallizzerà in occasione del voto referendario) introducendo un meccanismo di scelta degli elettori per i componenti del nuovo Senato al momento delle elezioni regionali.
La riforma, come è noto, è stata bocciata dagli italiani che al referendum dello scorso 4 dicembre hanno detto No al ddl promosso da Maria Elena Boschi, la stessa che ha guidato il dicastero che da stasera passa nelle mani di Anna Finocchiaro. Quasi un passaggio di testimone fra generazioni. Anche se al contrario.
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