Anche in Sicilia  aumentano i cittadini e le famiglie al limite della povertà, ma si continuano a trasformare in rifiuti oltre 5 milioni di cibo commestibile. E’ l’allarme lanciato dal portavoce di Free Green Sicilia, Alfio Lisi.

“Nel nostro paese si buttano nella spazzatura circa 5 milioni di tonnellate di cibo – denuncia Lisi – quando a causa della crisi degli ultimi anni sono aumentati del 10% i singoli e i nuclei familiari che chiedono cibo. Ecco perché a nostro avviso è criminale buttare via alimenti quando questi possono in gran parte essere ancora utilizzati e a costo zero per quei cittadini che ne hanno bisogno e ne fanno richiesta. Ovvero alimenti del tutto commestibili che potrebbero, con la volontà e l’impegno in primo luogo delle Istituzioni pubbliche e delle Associazioni di categoria specifiche e con il coinvolgimento di associazioni di volontariato (grazie a questi molti cittadini riescono a sbarcare il lunario ovvero a trovare un pasto ma ancora meno a trovare un posto letto per poter dormire la notte, il tutto con grandi difficoltà economiche e strutturali e con il poco apporto delle Istituzioni), trovare uno sbocco direttamente verso i cittadini che ne fanno richiesta e verso quelle strutture che forniscono pasti e alimenti ai cittadini bisognosi che, purtroppo, ogni giorno di più aumentano di numero anche nella nostra città”.

Secondo i dati di Free Green Sicilia, anche a Catania ogni giorno una quantità di cibo ancora in buone condizioni viene buttato via per motivi vari in particolare nel mercato ortofrutticolo all’ingrosso, nei mercati storici della città, in quelli settimanali rionali e nei vari mercati domenicali, come piazza Verga e viale Raffaello Sanzio e non per ultimo in tutti i supermercati e centri commerciali della città.

Tanti buoni motivi che hanno indotto Free Green Sicilia a chiedere “formalmente alle Istituzioni competenti e alle associazioni di categoria coinvolte nel commercio agroalimentare, di attivarsi e di mettere in essere ogni azione idonea affinché il cibo, sfuso o confezionato, che non può essere rivenduto per motivi di conservazione o di imminente scadenza sia, possibilmente negli stessi luoghi dei mercati e dopo la chiusura giornaliera, distribuito a quei cittadini o alle associazioni che gestiscono mense e servizi per cittadini non abbienti che ne faranno direttamente richiesta ovviamente gratuitamente e nel rispetto di alcune regole che potrebbero essere considerate oltre alle modalità di distribuzione e divulgazione”.

Articoli correlati