Operazione del commissariato di Acireale contro la banda che per un anno ha colpito bancomat e rifornimenti di carburante. I componenti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati contro il patrimonio, in particolare furti con il metodo della  “spaccata” e furti con scasso ai danni di apparecchi accettatori di banconote e casseforti siti in rifornimenti di carburante, supermercati e istituti di credito.

Gli arrestati sono in tutto 11 cinque i furti contestati di cui due quelli tentati. Sessanta mila euro il bottino racimolato in cinque colpi. Il primo al rifornimento Sp di giarre il 27 aprile dell’anno scorso, poi il 24 maggio nel mirino l’A&O di Aci Catena , poi  il 7 giugno il furto con effrazione al rifornimento Eni di Belpasso. Due i tentativi di furto il 14 giugno alla Esso di Mineo e sette giorni dopo all’ufficio postale di Lavinaio.

Sono tutti accusati di fare parte di una stessa banda che avrebbe commesso assalti a bancomat, usando escavatori, furti con spaccata, e di avere forzato con la fiamma ossidrica le casseforti per il self-service di aree di servizio. Il modus operandi utilizzato era particolarmente cruento e, nello stesso tempo, rapido ed efficace: con l’utilizzo di potenti motoseghe “a scoppio” del tipo utilizzato dai Vigili del Fuoco per gli interventi d’emergenza, foravano i contenitori blindati delle “casse automatiche” dei rifornimenti, avendo cura di usare un adesivo che aveva la funzione di coprire il buco in caso di arrivo di ignari automobilisti che, alla vista del danno, avrebbero potuto dare l’allarme.

Per le “casse continue” e i “bancomat”, invece, veniva utilizzata addirittura una ruspa portata sul posto con mezzi pesanti all’uopo rubati, con la quale gli arrestati non si facevano scrupolo di demolire le pareti esterne, pur di asportare le casseforti. La struttura dell’organizzazione, poi, era caratterizzata dall’attribuzione di ruoli e specializzazioni ai singoli associati i quali mettevano a disposizione la “professionalità criminale” acquisita nel corso del tempo, dando il proprio specifico contributo.

Manette per Giovanni Costanzo (cl.’69), Mario Cantarella (cl.’81), Rosario Fichera(cl.’69), Sebastiano Leonardi (cl.’76), Fabio Longo (cl.’75) e Camillo Costanzo(cl.’65), per i quali è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere, mentre per Orazio Mangano (cl.’94), Giuseppe Greco (cl.’86), Gianluca Alfio Cosentino (cl.’76), Francesco Rapisarda (cl.’75), Sebastiano Granata (cl.’54) per loro il gip ha disposto gli arresti domiciliari.