Rolex, telefonini e soprattutto la fede nuziale di Marco Biagianti. E’ finita nel migliore dei modi una vicenda che ha del paradossale, se è vero che durante Reggina-Catania lo spogliatoio rossazzurro allo stadio Granillo è stato ‘visitato’ dai ladri.
La refurtiva, infatti, è stata ritrovata poche ore dopo la fine della partita, grazie anche alla localizzazione dei telefoni cellulari. I ladri avevano abbandonato il bottino per strada, nel quartiere Ciccarello di Reggio Calabria, nei pressi dello stadio Granillo. Un quartiere in cui vivono personaggi già noti alle forze dell’ordine di Reggio.
La vicenda è finita bene e la refurtiva sarà restituita ai giocatori del Catania, ma la questione è decisamente più ampia. Come è possibile che durante una gara di calcio, con uno spiegamento di forze dell’ordine così importante, qualcuno riesca ad entrare nello spogliatoio di uno stadio presidiato, oltre che da agenti, anche dagli steward?
Domande lecite che si è posto anche l’amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco: “Questa mi mancava – ha detto l’ad rossazzurro a Sky Sport 24 – una delle cause del decadimento del nostro calcio si spiega con la mancanza di strutture adeguate, ma al Granillo appena qualche anno fa si giocava la Serie A, ora mi sembra in uno stato di abbandono e visti i controlli e le costrizioni a cui sono sottoposte tutte le societa’ professionistiche, non si dovrebbe consentire di svolgere partite in quell’impianto, visto che anche il manto erboso era in condizioni pessime e che si mette a rischio l’incolumita’ dei giocatori”
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