La situazione dell’Amt, la partecipata che si occupa del trasporto pubblico di Catania, finisce all’Ars. Il deputato di Forza Italia, Alfio Papale ha presentato infatti un’interrogazione urgente per sollecitare l’intervento del governo regionale.

“La Regione siciliana che contribuisce al trasporto pubblico catanese versando all’Amt oltre 6 milioni di euro annui – spiega Papale – non può rimanere inerte innanzi allo sfacelo di un’Azienda ridotta ai minimi termini, con un bilancio in passivo di oltre 68 milioni di euro, e che da mesi non riesce a esprimere un Consiglio d’Amministrazione stabile, né un direttore generale né un piano industriale che possano risanare la situazione disastrosa.”.

Anche il vicecoordinatore comunale di Forza Italia,Luca Sangiorgio, che sul caso Amt è intervenuto più volte sostiene che “l’iniziativa di Papale è necessaria perché l’amministrazione Bianco si è dimostrata anche in questo caso totalmente incapace di affrontare gli innumerevoli problemi della città di Catania”.

Ieri i sindacati in prefettura hanno ricevuto rassicurazioni dall’amministrazione in merito all’ eventuale procedura fallimentare che potrebbe scattare nei confronti dell’Amt.

Vogliamo rimanere fiduciosi – dicono Romualdo Moschella e Giovanni Lo Schiavo di Faisa Cisal e Fast Confsal – e auspichiamo che il tutto possa risolversi nei migliori dei modi possibili al fine di poter garantire serenità ai lavoratori dell’Amt e alle proprie famiglie”.

Secondo i sindacalisti è necessario da parte dell’ amministrazione comunale, della la politica locale e della Regione abbiamo “avviare un articolato processo di risanamento aziendale, anche se può rivelarsi da subito arduo e non privo di ostacoli. Serve una fase di analisi e studio e un tempo di attuazione coerente con la sua complessità e successivamente come avvenuto in altri casi analoghi, con delibera del consiglio comunale, altre amministrazioni, hanno varato il Piano di rilancio aziendale finanziato”.

Due sera fa riunione fra i rappresentati del Comune, unico socio della partecipata, e l’azienda non ha prodotto le nomine del cda. La scorsa settimana, infatti, dal consiglio d’amministrazione della società si sono dimessi Daniela Baglieri e Sebastiano Gentile, facendo scricchiolare l’organo di vertice di Amt.