Nella sede dell’Amt di Catania stamani c’è ottimismo. La manovra varata all’Ars sblocca una pioggia di milioni che dovrebbero garantire maggiore serenità all’azienda che si occupa del trasporto pubblico locale nel capoluogo etneo.

Si tratta complessivamente fra le varie misure di un intervento pari a circa 10 milioni di euro molti dei quali (circa 8 milioni contenuti nella variazione promossa dal governo) relativi ad una sorta di recupero crediti per i tagli effettuati dalla stessa Regione tra il 2012 ed il 2015.

“E’ stata ristabilita equità e giustizia sociale riconoscendo somme dovute – dicono Luca Sammartino e Valeria Sudano, deputati catanesi del Pd – e garantendo ossigeno per lavoratori e l’azienda e i servizi di trasporto fondamentali per i cittadini catanesi”.

Nella misura contenuta in un emendamento approvato da Sala d’Ercole c’è anche il via libera ai debiti fuori bilancio dell’azienda e la spesa corrente 2016 che, qualora non fossero stati licenziati, avrebbero innescato nuovi possibili contenziosi fra l’Amt e la Regione.

Esiste poi il fondo di 30 milioni di euro erogato a tutta la Sicilia e di questi fondi un parte consistente, si stima circa il 30 per cento, dovrebbero spettare all’azienda catanese.

“E’ una tappa fondamentale per il rilancio dell’Amt che ci consente di definire al meglio il bilancio, guadare con maggiore ottimismo al futuro ed infondere un clima di serenità che in azienda mancava da tempo”, dice oggi il presidente della partecipata Puccio La Rosa che già nei prossime settimane convocherà un incontro con i sindacati per discutere del contratto.

Va ricordato che solo l’estate scorsa, a causa della grave situazione economica dell’Amt,  si arrivò ad un vero e proprio record negativo: circa un trentina di mezzi in circolazione.

Gli effetti della manovra approvata all’Ars dovrebbero vedersi già nei primi mesi del 2017. Intanto l’obiettivo di La Rosa è arrivare ad almeno 130 macchine in circolazione: “Attualmente la media è paria ad un centinaio di bus al giorno, ma lavoriamo per aumentare il numero di mezzi in giro. E’ logico che senza il voto di ieri, l’azione condotta in queste settimane con gli uffici regionali competenti e la battaglia all’Ars non sarebbe stato possibile immaginare un futuro per l’azienda”.