Una storia iniziata due anni fa

“Ridatemi mia figlia”, la “supplica” di una madre contro la lentezza della Giustizia

Una mamma siciliana e il suo “grido” di aiuto alle istituzioni per riavere con le la propria figlia. Uno storia fatta di sentenze e ricorsi. Una storia “triste, assurda e drammatica”, dice la donna. È P.M., queste le iniziali del nome della donna, (non scriviamo il nome completo per tutelare l’immagine della minore) che scrive una lettera. Si dice disperata e chiede aiuto a tutte le autorità che possano darle un sostegno e possano velocizzare l’iter per poter riabbracciare la sua bambina.

La disperazione di una madre

“Sono disperata e in preda al più totale sconforto perché immotivatamente e ingiustificatamente per quasi 2 anni sono stata costretta a vedere mia figlia, dalla quale non mi sono mai separata fino al 5 febbraio 2021, solo ed esclusivamente in uno spazio neutro”. Inizia così la lettera della donna, catanese, che chiede sono una cosa: poter tornare a riabbracciare la propria figlia.

Una storia iniziata due anni fa

Tutto ha inizio quando il Tribunale per i Minorenni di Catania ha affidato la minore ai Servizi Sociali di un paese della provincia di Catania e l’ha collocata presso il padre con la sola ed esclusiva “motivazione” di ripristinare il rapporto padre–figlia nonostante la bambina, a causa di alcuni avvenimenti, fino al 9 dicembre 2020 avesse incontrato il padre solo in spazio neutro e peraltro con grandi difficoltà. A inizi novembre 2022 il Tribunale dei Minorenni di Catania, per la prima volta ha preso atto dello stato di sofferenza in cui versa ma “in modo del tutto assurdo – dice la made – illogico e contraddittorio ha mutato il collocamento della minore, ponendolo però in modo ingiustificato presso l’abitazione dei nonni paterni e non presso me”. Questo provvedimento è stato impugnato dalla donna alla Corte di Appello di Catania, “ma la prima udienza è stata fissata solo per il lontano 17 maggio 2023 – fa notare la madre – e dunque temo fortemente che mia figlia possa subire ulteriori ripercussioni psichiche irreversibili”.

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Perchè dai nonni anziché presso la madre?

“Ora non capisco perché se la piccola ha un genitore perfettamente in grado di occuparsi di lei e per il quale nutre un grande affetto, perché non deve essere collocata presso di me che sono la madre anziché dai nonni paterni? Non vi è chi non veda che non sussiste alcuna ragione per cui mia figlia rimanga dai nonni, come se fosse orfana, senza padre e senza madre. Senza considerare che i detti nonni paterni avevano chiesto aiuto alle equipe che hanno preso in cura mia figlia poiché da soli non riuscivano ad accudire la piccola”.

La richiesta, “Non possiamo aspettare fino a maggio”

È troppo, secondo la catanese,  difesa dall’avvocato Giuseppe Lipera del Foro di Catania, attendere il 17 maggio 2023 per poter rivedere la propria bambina. “Chiedo di dar fine a questa triste vicenda e di ricollocare mia figlia presso me”. Questa la richiesta accorata della madre.

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