Il titolare di un’impresa edile nel catanese è stato denunciato per non aver garantito il montaggio in sicurezza del ponteggio nel cantiere in cui stava operando. E’ questo il risultato degli ennesimi controlli organizzati dall’arma dei carabinieri finalizzati alla verifica dell’osservanza delle norme in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e lavoro sommerso. I controlli straordinari nel settore edile, disposti dal comando generale dei carabinieri, hanno visto anche impegnati i militari della tenenza di Mascalucia, coadiuvati dai colleghi del nucleo ispettorato del lavoro di Catania.

Verifiche in cantiere per lavori di ristrutturazione

Le attività ispettive hanno interessato diversi cantieri installati ed incaricati di lavori di ristrutturazione per civile abitazione, tra cui uno installato in zona Mompilieri. A conclusione del sopralluogo effettuato è stato denunciato un 40enne di Mascalucia, amministratore unico di una ditta locale, in quanto è stata riscontrata l’inidoneità del ponteggio metallico, carente di basette stabilizzatrici, parapetti e tavole ferma piedi. Le inosservanze rilevate hanno comportato una sanzione per un ammontare complessivo di 1.965 euro.

Le denunce dei sindacati

Proprio nei giorni scorsi fu lanciato, a tal proposito, un allarme dai sindacati riguardo alla scarsa sicurezza nei cantieri edili e al dilagare del sommerso e lavoro nero, con rischio quindi di infortuni. “Constatiamo con grande preoccupazione l’increscioso aumento di lavoro nero e irregolare nel settore edile di Catania e provincia” aveva detto Pippo Famiano, reggente della Filca Cisl Catania, e del dirigente della stessa organizzazione di categoria Rosario Di Mauro. “Oltre il 50 per cento dei lavoratori presenti nei cantieri, sia pubblici che privati – hanno evidenziato -, lavora in grigio o in nero senza tutele previdenziali ed assicurative. In media un lavoratore in nero è presente in ogni cantiere, che diventa sempre più una giungla dove preoccupa anche l’altro drammatico dato dell’alta percentuale di lavoratori, percettori del reddito di cittadinanza, che continuano a lavorare in nero”.

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