La stoccata di Alberta Santuccio ha regalato all’Italia la medaglia d’oro nella spada a squadre femminile alle Olimpiadi. Per la prima volta nella storia, la scherma italiana ha conquistato un oro olimpico in questa specialità: una medaglia che parla siciliano, con le “regine di spade” catanesi Alberta Santuccio e Rossella Fiamingo che sul gradino più alto del podio hanno cantato l’Inno di Mameli tenendosi per mano e festeggiando un traguardo storico assieme alle compagne.

Una vittoria emozionante contro le padrone di casa

Un’autentica impresa per le azzurre, che davanti agli 8.000 tifosi francesi del Grand Palais hanno battuto le padrone di casa con il punteggio di 30-29: «Siamo campionesse olimpiche», hanno urlato le spadiste siciliane, che al termine della gara non hanno trattenuto le lacrime.

Il percorso olimpico di Rossella Fiamingo

Per la trentatreenne Rossella Fiamingo è la terza medaglia olimpica. A Rio de Janeiro, nel 2016, aveva vinto l’argento nell’individuale: il primo successo olimpico nella storia della spada femminile italiana. A Tokyo, invece, nel 2021, aveva vinto il bronzo a squadre, proprio assieme alla ventinovenne concittadina Alberta Santuccio, che ha cominciato a tirare di scherma quando aveva appena sette anni, seguendo le orme del fratello Giorgio.

Il percorso di Alberta Santuccio

Alberta ha iniziato con il Cus Catania, per poi trasferirsi ad Acireale, a dodici anni, dov’è stata plasmata dal maestro Mimmo Patti: «Sono orgoglioso di lei – ha raccontato il suo maestro – Alberta è cresciuta con me e nonostante faccia parte delle Fiamme Oro mantiene il doppio tesseramento con noi e questo è sinonimo del suo senso di appartenenza e del suo fortissimo legame con la nostra terra».

La finale mozzafiato raccontata dal maestro Patti

Il maestro Domenico Patti, del Circolo Scherma Jonica, ha seguito con trepidazione la finale tra l’Italia della sua allieva Alberta e le transalpine: «Ero molto teso, soprattutto per il clima infuocato che c’era – spiega – Credevo di essere ormai temprato e pronto a qualsiasi emozione, vista la mia età, ma così non è stato. A venti secondi dalla fine, con l’Italia in svantaggio, il pubblico aveva già iniziato a cantare La Marsigliese. E se conosco bene Alberta è stato proprio in quel momento che è riuscita a tirare fuori tutto quello che aveva. Ha pareggiato con una stoccata miracolosa, un gioco di prestigio, che non saprei neanche come definire. Una stoccata perfetta, per scelta di tempo e determinazione, ma soprattutto per il grande coraggio che ha avuto. Alberta ha rischiato tanto, ma ha avuto grande fiducia in sé stessa e si è comportata da vera leader e da grande trascinatrice».

Lo scorso novembre, Alberta si è laureata in scienze e tecniche psicologiche, con 110 e lode, con una tesi sul burnout nell’ambito sportivo. E non ha mai dimenticato le sue origini: «Ci sentiamo sempre – ha concluso Patti – prima di ogni gara e dopo. E quando torna in Sicilia viene sempre a trovarci in palestra e si ferma a parlare e a scherzare con le allieve più piccole, che stravedono per lei».

È festa anche per il Ct azzurro Dario Chiadò: «Sono felicissimo per le ragazze, perché se lo meritavano – ha detto – Dopo una gara individuale in cui avevamo aspettative diverse, adesso abbiamo raccolto quanto meritavamo. L’Italia deve sempre stare sempre al nostro fianco e con chi fa sport. Sono contento di vedere tutte le nostre ragazze con la medaglia al collo». Rossella Fiamingo si è laureata campionessa del mondo per due volte consecutive, nel 2014 a Kazan e nel 2015 a Mosca. Diplomata in pianoforte al conservatorio e laureata in dietistica all’Università di Catania, ha conseguito anche un master in nutrizione e dietetica applicata allo sport: «Abbiamo chiuso il cerchio assieme alle nostre compagne – ha detto Rossella – È stato stupendo».

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