Sono ancora ricoverati all’ospedale Garibaldi di Catania, e lo resteranno nelle previsioni per diverse settimane, tre dei 17 migranti eritrei per i quali due giorni fa era stato disposto lo sbarco dalla nave Diciotti per emergenza sanitaria.

Due, nel reparto di Malattie infettive per una tubercolosi, patologia per la quale è prevista una degenza di oltre venti giorni. Il terzo è nel reparto di Pneumologia con una broncopolmonite.

“Le prime indicazioni e i sospetti – spiega il rianimatore Sergio Pintaudi che ha seguito tutte le fasi di emergenza sanitaria sulla Diciotti – sono stati confermati dagli esame di laboratorio. Tutti e tre hanno patologie per le quali è necessaria una degenza prolungata. Ecco perché resteranno ricoverati a lungo ancora”.

Gli altri dieci migranti che erano stati fatti sbarcare per emergenza medica, sette donne e tre uomini, sono stati già dimessi e portati nell’Hot-spot di Messina dove si trovano tutti i migranti che erano ancora sul pattugliatore della Guardia Costiera, comprese 4 donne che avevano rifiutato il ricovero per rimanere assieme al proprio compagno.

I trasferimenti sono “stati attuati seguendo le procedure per l’isolamento di pazienti potenzialmente affetti da patologia infettiva a diffusione per via aerea” precisa il dottore Sergio Pintaudi.  In una nota diffusa dall’ospedale dopo che il Codacons ieri aveva contestato i livelli di sicurezza, il dottor Pintaudi spiega che i pazienti sono stati trasferiti “in ambulanza dedicata della Cri, facendo indossare ai sospetti pazienti la prescritta maschera di isolamento denominata FFP3”, che il loro trattamento al Garibaldi “è stato effettuato da personale dedicato ed appositamente formato e dotato degli appositi dispositivi di protezione individuale che dopo l’uso vengono eliminati in modalità specifica, all’interno della camera ISOARK, appositamente allestita in zona dedicata del Pronto Soccorso, dotata di accorgimenti specifici quali trattamento dell’aria in pressione negativa trattata mediante filtri Hepa e flussi laminari”.

E che “il ricovero dei pazienti affetti da patologia infettivo-diffusiva è stato disposto nella Struttura di Malattie Infettive in camere singole di biocontenimento a pressione dell’aria negativa”.

“Pertanto – osserva il dottore Pintaudi – ritengo di poter rassicurare il responsabile del Codacons e i concittadini catanesi che i protocolli seguiti da tutti gli operatori intervenuti Usmaf-Sans, Cri, Sanitari dell’Ospedale Garibaldi sono quelli elaborati e previsti per i casi occorsi su nave Diciotti, che l’iter del trasferimento e quello del trattamento non ha mai messo in pericolo né la popolazione né gli altri utenti dell’Ospedale e lo ringrazio per avermi dato l’opportunità di rappresentare alla popolazione il grado di avanzata capacità sanitaria che la nostra regione ha sviluppato nel settore della Sicurezza Sanitaria. Colgo infine – chiosa il dotte Pintaudi – l’occasione per ringraziare l’assessore alla Salute, Ruggero Razza, per aver condiviso e supportato con la sua presenza gli operatori sanitari”.