Si dirà che è un rilevamento precoce. Probabilmente è così: con i siciliani alle prese con cosa mettere in valigia per le vacanze (chi se le può permettere) o con la testa stordita dal caldo che sta mandando in tilt la normalità dei gesti comuni di ogni giorno.
Tuttavia il sondaggio pre-elettorale commissionato a Index Research e pubblicato ieri da BlogSicilia per scandagliare le previsioni elettorali in Sicilia a meno di 100 giorni dal voto, è la fotografia di una partita tutta definire, quindi ancora aperta e da giocare per intero.
I numeri – che vanno presi con le pinze, come spesso si dice in queste circostanze – consegnano un’equazione fra notorietà e fiducia che fa emergere come il governatore Crocetta sebbene sia il politico più conosciuto dall’elettorato (nel 91 % dei casi) è quello che riceve il gradimento più basso (18%).
Ai primi posti, in quanto a notorietà, la rilevazione riporta poi Musumeci (80), Cancelleri (52) e D’Alia (52), Faraone e Cracolici (40), Lagalla (37) quindi Lupo (35), La Via (30) e Navarra (25).
Per quanto alla fiducia, rilevata soltanto tra le personalità note, al primo posto troviamo invece Cancelleri (50), seguito da Musumeci (36).
E’ tutta da decifrare, invece, la questione relativa ai partiti e agli schieramenti: primo perché, 5 Stelle a parte, è tutto da definire, secondo perché non si conoscono ancora gli effettivi in campo con uomini e simboli, terzo – e questione più importante – perché la campagna elettorale di fatto non è ancora decollata in funzione dei punti precedenti. Ovviamente M5S esclusi e premiati per la tracciabilità.
Il rilevamento effettuato sui partiti noti consegna comunque dati in linea con ciò che è oggetto di discussione nelle segreterie, cioè realtà come Pd e Forza Italia praticamente appaiate, con un solo punto appannaggio dei dem, o il trend che Fratelli d’Italia sta mantenendo a livello nazionale attestandosi al 5 per cento.
Stando ai numeri di Index, si comprende ad esempio il ruolo che Ap gioca nella partita, ma sarà interessante capire quando si stabilirà dove andranno ad accasarsi gli alfaniani se davvero saranno l’ago della bilancia.
In questo senso è facile fare un parallelismo con quanto accaduto a Palermo in occasione delle ultime Amministrative in cui Fabrizio Ferrandelli, uomo di sinistra, abbracciando componenti provenienti dal centrodestra ha acquisito cifre e voti da un lato e probabilmente perso consensi dal suo bacino naturale.
Per noi il dato più significativo, però, resta quel 54,2 per cento che non dichiara, di indecisi, di gente che non vuole andare a votare. E’ un numero tragicamente credibile e confermato dalle recenti consultazione.
Probabilmente i siciliani sono stufi anche del chiacchiericcio che, complici anche noi cronisti, ruota attorno alle alchimie della politica estiva. Quel chi va con chi e delle somme da tirare per arrivare al traguardo per primo. A queste persone, tantissime, dovrebbero parlare i candidati in corsa o in procinto di scendere nell’agone della competizione regionale.
Dovranno dare un’idea di Sicilia, di futuro che ad oggi il 54,2 per cento di cittadini non vede o preferisce posticipare a vacanze concluse. Se possono permettersele.
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