Su il sipario per il Pd. Da stasera si accendono i riflettori sulla festa nazionale de L’Unità.
Per 14 lunghe giornate ed altrettante serate, la città di Catania e lo storico giardino della villa Bellini ospiterà così i dibattiti, i confronti ma anche gli stand gastronomici e gli appuntamenti collaterali del più grande rassemblement del primo partito italiano, primo anche per spaccature e lacerazioni interne.

Si è già scritto e detto tanto sulla ‘bontà’ della scelta di svolgere in questa parte orientale dell’Isola un appuntamento che oltre ad essere la solita passerella di ministri, senatori, deputati nazionali e regionali Democratici forse non offrirà molto di più.

Da quanto trapela, infatti, non dovrebbero ‘scornarsi’ e ‘scontrarsi’ a suon di dibattiti le due grosse anime del partito: renziani e minoranza Pd. Pare infatti che ‘ognuno’ sfilerà e ‘comiziera’ senza ‘incroci’ pericolosi. In tal senso se il premier Renzi chiuderà la festa l’11 settembre, il suo ‘carissimo nemico’ D’Alema sarà in scena il 30 agosto in un confronto sul contesto Europa/Mondo con il ministro Gentiloni. Se il ministro della Giustizia Orlando sarà a Catania il 4 settembre, la fedelissima ministra Renziana Maria Elena Boschi il 10 settembre interverrà parlando, c’è da starne quasi certi, di referendum costituzionale.

Se fino a ieri la polemica era evidente sulla inesistenza di un programma ufficiale, adesso il programma completo c’è ed è disponibile anche on line

Come anticipato, senza incontri ravvicinati, di ragioni del No al referendum ne potrebbero fare comunque accenno anche i ‘caporali’ anti-renziani Speranza, Cuperlo e Bersani, annunciati anche nel capoluogo etneo per l’attesa (?) nazionale kermesse Pd.

Comunque se la sensazione è quella di un ‘finto volemose bene’ con i vari esponenti nazionali che difficilmente se le ‘diranno in faccia’ durante la 14 giorni catanese sui vari temi scottanti che dividono ormai da lunghi mesi il partito più plurale e altresì frastagliato del nostrano panorama politico, forse ci sarà da tenere accese le antenne sulle questioni regionali e su come queste ultime influenzeranno la stabilità del governo a trazione renziana.

Come risaputo, infatti, i primi test elettorali post referendum costituzionale saranno quelli di marca sicula. Amministrative palermitane e poi subito dopo le regionali saranno un bel banco di prova per la tenuta dell’esecutivo.

Da Catania dunque, scelta forse non a caso, potranno uscire spunti molto interessanti sulle scelte (leggi strategie e candidati dei nostrani test elettorali pocanzi elencati) di un partito tanto importante quanto diviso.

Diviso, ben più che diviso guarda un po’ anche nella città che ospita la Festa nazionale de l’Unita’ (se così, in tempi di ipotetici partiti della Nazione, può ancora chiamarsi…).

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