Dopo il giorno dei numeri, in cui si certifica chi vince e chi perde, è tempo di altre analisi. Più fredde. E’ significativa la considerazione della parlamentare regionale del Pd, Concetta Raia, che con eleganza afferma come “il responso delle urne non è molto gratificante per il Pd”.

Raia, legata ad Antonello Cracolici e al mondo sindacale di Catania, rilancia un dibattito che ciclicamente si ripropone fra le anime dem. “Questo partito, il mio partito , o recupera diversi mondi con politiche sociali diverse oppure rischiamo di smarrirci”, scrive su facebook.

La critica diventa severa in passaggio del post: “Evidentemente non basta spostarsi verso il centrodestra per recuperare voti se poi crei una voragine nella tua di sinistra…”.

Si spinge fino a scrivere la parola ‘scissione’, Giacomo Rota, leader della Cgil di Catania e fedelissimo di Raia, che suggerisce ai vertici del Pd di tornare a guardare alla sinistra politica e sociale con maggior rispetto ed attenzione.

Il sindacalista spiega che se dovesse venire meno l’ascolto “un pezzo del potenziale elettorato del Pd sceglierà una scissione silenziosa – scrive Rota su facebook – io sono convinto che c’è ancora spazio per gli ideali progressisti e laburisti nel Pd e mi batterò con forza affinché il mondo del lavoro e la sinistra politica e sociale possano tornare a sentirsi protagonisti nella vita interna del Pd!”.

Intanto c’è da organizzare il secondo turno. I dem si sono presentati spaccati in molti del 29 comuni siciliani in cui si è votato e sebbene possa sembrare naturale una ricucitura in vista dei ballottaggi (dove il Pd è riuscito a raggiungere almeno questo traguardo) la questione non è così scontata.

Ai malumori proprio di ciascun territorio (le amministrative sono anche questo), si aggiungono anche le frizioni fra le anime del partito.

Oggi sono in programma degli incontri per cercare di individuare delle soluzioni in vista del secondo turno, strategie per evitare una sconfitta che potrebbe assumere i contorni di una debacle.

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