La polizia postale e della comunicazioni indagando su un caso di cyberstalking, ovvero le continue e insistenti avances di un palermitano di 45 anni nei confronti di una casalinga catanese di 48, ha scoperto innanzi tutto che la signora non era molto accorta a parlare al telefono, tramite il quale comunicava agli amici e ai parenti tutti i lati più reconditi della sua vita, e poi cosa molto più grave che tra Catania e Acireale, lei e due suoi compari aveva messo in piedi un giro di prostituzione abbastanza redditizio.

Ai due impiegati rispettivamente di 56 e 58 anni, è stato imposto dal gip del tribunale di Catania l’obbligo di dimora: nell’inchiesta della polizia postale si è scoperto che loro procacciavano clienti al giro di prostitute non per mettersi in tasca dei soldi, ma per avere prestazioni sessuali gratis. La donna invece è stata sottoposta all’obbligo di firma. Il suo ruolo un po’ più delicato. Lei infatti aveva il compito di reclutare le prostitute, cinque/sei che vendevano sesso nella sua abitazione divenendo per l’occasione l’alcova a luci rosse.

Oltre ai tre è indagato per lo stesso reato anche lo stalker, un 45enne di Palermo, nei cui confronti era stata già eseguita la misura cautelare. Nel corso delle perquisizioni sono stati sottoposti a sequestro i telefoni smartphone e i tablet nella disponibilità degli indagati, sui quali la Polizia Postale effettuerà analisi forensi alla ricerca di ulteriori responsabilità degli indagati e di eventuali altre persone.
br