Si divide in due il processo a un dirigente della Regione Siciliana e a sei imprenditori accusati di abusivismo edilizio e violazione della legge ambientale per la costruzione a Niscemi (Cl) del Muos, il sistema di telecomunicazione militare Usa.
Quattro dei sette imputati, infatti, hanno fatto richiesta al Tribunale monocratico di Caltagirone e hanno avuto accesso al rito abbreviato. Sono l’ex dirigente dell’assessorato regionale Territorio e ambiente Giovanni Arnone, il presidente della “Gemmo Spa” Mauro Gemmo, e i titolari di due imprese che hanno lavorato in subappalto: Concetta Valenti della “Calcestruzzi Piazza Srl”, Carmelo Puglisi, della “Pb Costruzioni”. Proseguiranno col rito ordinario, ma davanti a un altro giudice, Adriana Parisi, responsabile della “Lageco”, società che hanno costituito l’Ati ‘Team Muos Niscemi’ vincitrice della gara del 26 aprile 2007, il direttore dei lavori Giuseppe Leonardi, e l’imprenditrice Maria Rita Condorello della “Cr Impianti srl”.
La prossima udienza è stata fissata, per entrambi i procedimenti, per il 7 febbraio 2018. La sentenza è attesa per il 23 febbraio. Dal procedimento, per decisione del Tribunale monocratico di Caltagirone, è uscita la Regione Siciliana che era stata citata come responsabile civile da una una delle 11 parti civili, il Comune di Niscemi. Dal fascicolo è stata stralciata la posizione di un cittadino statunitense, non un militare, ma un civile, Mark Gelsinger, nei confronti del quale procede l’autorità giudiziaria statunitense. Secondo l’accusa, sostenuta dal procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, avrebbero realizzato l’impianto “senza la prescritta autorizzazione, assunta legittimamente o in difformità da essa”.
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