“Scusate per le bugie, addio…”. Aveva scritto queste parole su file digitali (non su un foglio di carta come segnalato in precedenza) Samuele. Il suo ultimo messaggio prima di uscire di casa, martedì scorso. Oggi è stato trovato morto sotto un cavalcavia.
Il 15enne, che viveva a Misterbianco, aveva anche lasciato il cellulare spento sul tavolo della stanzetta e si era allontanato.
Lunedì sera era stato ripreso dai suoi genitori: la mamma gli avrebbe detto di smettere di litigare con la sua fidanzatina, con la quale si era lasciato poche ore prima. Poi la fuga da casa. Il silenzio viene rotto dagli appelli su facebook e dalle notizie che rimbalzano su giornali e tg: ‘Samuele torna!’
Per cinque giorni amici, volontari della Protezione civile e forze dell’ordine hanno battuto in lungo e in largo Misterbianco percorrendo ogni strada, sconfinando fino alla Plaia di Catania o nella vicina Motta Sant’Anastasia. Ma di Samuele nessuna traccia.
L’unica immagine risale proprio a martedì scorso: alcuni fotogrammi di una telecamera a circuito chiuso dell’abitazione di un amico del ragazzo. Un occhio elettronico che aveva ripreso Samuele mentre camminava in una strada di periferia del paese a poche centinaia di metri dal ponte sotto il quale è stato trovato.
Già perché nessuno immaginava un epilogo del genere. Nessuno voleva e vuole credere all’estremo gesto di un ragazzino che aveva tutta la vita davanti e che, salutando, ha chiesto scusa per le bugie.
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