Violenti, ma codardi. Puntavano le vittime da rapinare o da derubare, le minacciavano e le picchiavano. Come nel caso di una coppia di anziani. E utilizzavano le chiavi duplicate di alcune abitazioni fatte dai loro padri muratori durante alcuni lavori edili. 

Sono diversi i colpi ricostruiti dagli investigatori della Squadra Mobile di Catania, guidati da Antonio Salvago, con l’inchiesta denominata ‘Cowards’ coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro e dal pm Alessandro Sorrentino.

In un caso, la vittima chiama il 113 e segnala alla polizia l’irruzione in casa di tre persone che hanno immobilizzato suo marito. “Abbiamo avuto dei ladri in casa, mi hanno rotto pure i denti…”.

“Ci hanno preso a botte, ci hanno legato e immobilizzato, mi hanno preso a pugni…” aggiunge il marito della signora.

Durante le indagini che hanno portato all’arresto di 10 persone (una è ancora ricercata) gli investigatori hanno accertato che due giovani rapinatori, a volto scoperto, con la pistola puntata contro il titolare del negozio, minacciandolo di morte, si erano impossessati di un panetto contenente bracciali in oro per un valore di 12 mila euro e di 2 bracciali in oro.

Dai filmati di una telecamera di video-sorveglianza di un’attività della zona, si notava come i due giovani malviventi si fossero dati dapprima alla fuga a piedi raggiungendo la vicina via Sant’Euplio e, successivamente, si fossero allontanati a bordo di uno scooter Aprilia Leonardo rubato.

Proprio la rilevazione della targa di detto ciclomotore costituiva l’input per una lunga serie di servizi di intercettazioni e di video-riprese disposti dalla Procura della Repubblica di Catania.

Le indagini tra ottobre 2015 e aprile 2016 hanno portato alla luce i colpi della banda organizzata da Danilo Di Mauro, Giuseppe Nicolosi e Giuseppe Zappalà.

Le indagini hanno chiarito che Nicolosi all’epoca dei fatti aidomiciliari, operava come ideatore e promotore dei reati da portare a termine, utilizzando la propria abitazione come un “quartier generale dove si riunivano per organizzare la messa a punto dei “colpi”, curando le attività preliminari come l’individuazione dei bersagli, gli appostamenti finalizzati a comprendere le abitudini delle vittime, la duplicazione delle chiavi di ingresso delle abitazioni prese di mira.

La attività tecniche hanno fatto luce su due rapine commesse, con particolare efferatezza, ai danni di anziane vittime sorprese all’interno delle loro abitazioni, rispettivamente nel febbraio e nell’aprile del 2016.

In particolare, la prima è avvenuta a Catania la sera del 19 febbraio con i rapinatori che all’interno dell’abitazione di due fratelli  colpivano al volto una delle due vittime, che veniva anche immobilizzata con nastro isolante, mentre l’altra veniva costretta ad aprire la cassaforte da cui hanno rubato la somma complessiva di 7 mila euro e altri preziosi.

Zappalà approfittando dei lavori edili fatti con il padre muratore nelll’abitazione delle due vittime, aveva provveduto a duplicare le chiavi d’ingresso.

La seconda rapina, invece, è stata messa a segno la sera del 20 aprile 2016 ai danni di una coppia di anziani coniugi, utilizzando l’escamotage di staccare l’energia elettrica dell’abitazione nella zona di Ognina-Picanello.

Approfittando della circostanza che la donna avesse aperto la porta d’ingresso, i malviventi si introducevano all’interno dell’appartamento e colpivano ripetutamente le vittime, procurando alla donna la rottura della protesi dentaria ed all’uomo  un trauma cranico. I rapinatori hanno puntato un coltello alla gola dell’uomo, minacciandolo di morte, immobilizzavano le vittime, legandole con un cavo telefonico a delle sedie, e si impossessavano  della somma complessiva di 1.500,00 euro e di anelli preziosi.

Un altro furto in abitazione è avvenuto il 29 novembre 2015 a Viagrande e anche una tentata rapina ai danni di un anziano, ex imprenditore edile, proprietario di una lussuosa villa a Catenanuova sventata grazie all’intervento della polizia che ha fermato per ricettazione aggravata Zappalà e Di Mauro.

Altri due furti sono stati compiuti il primo a Canicattì (Agrigento) l’1 dicembre 2015, nel corso del quale gli autori si sono impossessati di una borsa contenente preziosi per un valore di 100.000,00 euro e il secondo a Catania il 10 dicembre 2015 (con l’arresto in flagranza di Privitera e Spampinato).

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