Matteo Renzi ha firmato poco fa il Patto di Catania. Lo ha sottoscritto assieme al sindaco Enzo Bianco, oggi in qualità di autorità urbana.

Il premier è arrivato al Teatro Bellini in ritardo a causa della chiusura dello scalo Fontanarossa, chiuso per l’atterraggio d’emergenza di un Fokker dell’Air Vallee.

Scusate il ritardo. Abbraccio al pilota per la straordinaria efficenza nell’atterraggio e all’aeroporto per la grande professionalità”, ha Matteo Renzi commentando l’accaduto.

Il presidente del Consiglio ha quindi iniziato il proprio intervento parlando della città in cui si trova. “Catania è laboriosa, la Milano del Mezzogiorno, uno slogan che ha concretezza, ma è soprattutto bella– dice –  l’ho appena visitata dall’alto: piazze, chiese, si vide il rapporto con la cultura romana e greca. E subito pensi, in questo teatro,  alla cultura e quanto è grande il nostro Paese. Un Paese di straordinarie bellezze. La parola orgoglio deve tornare ad occupare il dizionario della politica. L‘orgoglio di essere italiani, visto che questa parola è stata poco usata”.

Secondo il premier ciò che accade a livello internazionale chiama in ballo la questione culturale: “Se l’Italia non farà mai mancare il proprio impegno, è anche perché ciò che è accaduto negli ultimi mesi in Europa non è soltanto un problema che viene dall’esterno, ma è un problema che nasce nelle nostre periferie”.

Renzi, quindi, si sofferma sull’emergenza terrorismo e pone anche un tema identitario: “Chi ha ucciso a Charlie, al Bataclan, a Bruxelles non sono persone venute da fuori – dice – ma sono persone nate, cresciute, educate nelle nostre scuole europee. In pezzi interi delle nostre comunità si è perso il senso dell’identità. Laddove manca un luogo d’aggregazione indentitario, è più facile che si creino situazioni di pericolo”.

Renzi poi scuote la platea del Teatro Bellini: “La cultura è motore di difesa di libertà. Come ciascuno di noi sa. Vorrei invitare tutti gli italiani ad avere maggior orgoglio per ciò che siamo. I problemi non mancano. Ma il mondo chiede bellezza, e quindi chiede Italia”.

“Il compito della classe dirigente – ha aggiunto – al netto delle polemiche, è che dobbiamo renderci conto di quanto grande sia essere italiani e quanto sia fondamentale condividere questo patrimonio di valori”.

Nell’intervento di Renzi c’è un passaggio anche sulla visione economica:”Ci sono troppi banchieri. Bisogna avere il coraggio di dire che le banche devono fare accorpamenti e non è possibile che dappertutto ci siano cda e poltrone. Quindi, qualche banchiere in meno, e più crediti alle imprese, alle famiglie, e a qualche giovane che voglia aprire una attività senza troppi pensieri”.

Il presidente del Consiglio, parlando di immigrazione e ricordando che l’Africa è il continente con il maggior tasso di crescita ha riproposto il tema della centralità dell’Italia per un dialogo col Mediterraneo: “Se riusciamo a fare del Mediterraneo il cuore della nuova Europa – ha detto  –  ci renderemo conto che questo è il modo concreto per evitare che nostri fratelli e sorelle muoiano in mare”.

E’ tra le righe, invece, la strigliata anche alla classe politica siciliana di ieri e di oggi “Negli ultimi 10 anni l’Italia – ha tuonato il premier – non è cresciuta anche perché non ha speso i fondi Ue. È uno scandalo vergognoso avere buttato soldi nostri, avere sprecato nostre risorse”

Dopo avere firmato il Patto, il sindaco Bianco ha detto che  è un giorno importante per Catania, la Sicilia e il Sud, e il teatro stracolmo e la presenza di molti giovani dimostra che la città è qui”.

 

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