Vanno agli arresti domiciliari, con l’obbligo dell’uso del braccialetto elettronico, i tre italiani accusati di avere pestato con colpi di mazze da baseball quattro minorenni egiziani, due sedicenni e due diciassettenni, il 20 agosto scorso, a San Cono, nel Catanese.

La decisione del Gip di Caltagirone, Ettore Cavallaro, che non ha convalidato il fermo eseguito dei carabinieri, non ritenendo sussistenze il pericolo di fuga, ma ha emesso un’ordinanza restrittiva nei confronti di Antonino Spitale, di 18 anni e dei fratelli Giacomo e Davide Severo, di 32 e 23 anni. I reati contestati sono tentato omicidio e lesioni, aggravanti dai futili motivi e dalla discriminazione etnica o razziale.

“Nel caso in esame – scrive il Gip nel provvedimento – appare chiaro dalle espressioni utilizzate dagli indagati, finalizzate ad allontanare una categoria di soggetti non appartenenti al cosiddetto ‘paese’, dunque extracomunitari (“siete pezzi di merda, ve ne dovete andare da qua, non dovete più venire nel paese”) nonché alla luce degli stessi futili motivi dell’azione, evidenziano la sussistenza di finalità di discriminazione di sfondo razziale ed etnico, essendo tutte le vittime stranieri”.

Nel provvedimento emerge un’ipotesi di movente: un aggressore riteneva una delle vittime avesse danneggiato la propria autovettura”.

E l’agguato premeditato: “essendo “esecuzione di un precedente progetto di aggressione”. A chiedere le aggravanti era stato il procuratore Giuseppe Verzera a conclusione di indagini dei carabinieri della compagnia di Caltagirone.

La ricostruzione è contestata dalla difesa dei tre indagati, anche se l’avvocato Pietro Marino al momento esclude un immediato ricorso al Tribunale del riesame. I tre indagini sostengono di essere le vittime dell’aggressione. I fratelli Severo si sarebbero fermati per aiutare Spitale circondato da 7-8 extracomunitari, è la loro tesi. Uno dei due avrebbe impugnato una pistola che utilizza per giocare a softair per farli fermare. Gli ha intimato di allontanarsi e ha tolto loro le mazze da baseball. “Ma gli egiziani – aggiunge il penalista – erano in possesso di colli di bottiglie e pietre e li hanno aggrediti, e loro si sono difesi. Sono i miei assistiti le vittime”.

E’ uscito dal coma farmacologico e sta meglio il migrante di 16 anni che ha riportato un vasto ematoma cerebrale, ma la “prognosi resta riservata”. E’ quanto emerge dal bollettino medico dell’ospedale Garibaldi-Nesina di Catania, dove il ragazzo è ricoverato nel reparto di rianimazione.

“Risvegliato dal coma farmacologico – sottolineano i medici – il paziente ha superato i test neurologici e mostra chiari segni di ripresa, salvo qualche lieve difficoltà di carattere motorio. In ogni caso la prognosi resta riservata”. Il giovane stamattina ha ricevuto la visita del console egiziano Sherif Elgammal.