La base operativa per i prestiti a tassi usurai era piazza Alonzo di Benedetto, alla ‘Pescheria’ di Catania. Gli incontri e gli affari in un bar che si affaccia su Villa Pacini. E’ quanto scoperto dai carabinieri di Piazza dante che hanno arrestato cinque persone.
Sono Fabio Lombardo, 38 anni, Alfio Lombardo, 58 anni, inteso ‘Massimino’, Carmelo Puglisi, 68 anni, Salvatore Lo Castro, 78 anni e Orazio Napoli, 35 anni ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all’ usura.
Le indagini sono state avviate nel 2013, dopo la denuncia di una delle vittime, un imprenditore finito nelle mani degli ‘strozzini’.
In totale sono 12 i casi accertati dagli investigatori: sono per la maggior parte persone con il vizio del gioco, dipendenti e inservienti, piccoli imprenditori.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, le cifre prestate all’ inizio del rapporto non erano mai particolarmente elevate: a fronte di un prestito è di circa 350 euro, necessari a soddisfare esigenze minime quotidiane o a sanare qualche debito di gioco, l’importo lievitava dal 25% anche al 100%.
I contatti con le vittime erano frequenti, gestiti quasi sempre in prima persona da Alfio Lombardo (‘Massimino’) che si premurava ad entrare in confidenza con le vittime quasi riconoscenti per sua la sua ‘tolleranza’ nei numerosi, inevitabili casi di posticipo del pagamento.
E nel caso in cui i debitori non pagavano o lo facevano in ritardo erano Alfio Lombardo e gli altri a minacciarli.
Dalle intercettazione è emerso il ruolo-chiave di Alfio Lombardo, a capo del gruppo e gli altri ruoli ben precisi: Carmelo Puglisi il vice, che gli fa da spalla, da accompagnatore e autista mettendo persino a disposizione la sua auto, un riscossore di denaro che recupera le somme meno ingenti e ricorda ai debitori-vittime le scadenze dei termini pattuiti per i pagamenti, due ‘aiutanti’ più giovani, tra cui il nipote del ‘capo’, che si occupavano delle riscossioni di minore rilievo e svolgevano altri compiti assegnati dai componenti più anziani.
Il giro di ‘affari’ illeciti quantificato dagli investigatori ammonta a circa 46.000 euro, oltre 33.000 dei quali sono risultati provento di usura. Il Gip ha disposto, per Lombardo e Puglisi il sequestro preventivo di beni per equivalente.
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