Per tre volte nella notte l’Ingv rileva movimenti

Serie di scosse di terremoto in Sicilia, la terra trema più volte

Serie di scosse di terremoto in Sicilia questa notte. Si sono verificate in rapida successione ed hanno interessato la zona orientale dell’Isola, secondo quanto rilervato dall’Ingv, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

La prima scossa

La prima scossa di terremoto di magnitudo 3.6 registrata alle ore 00:17 nel nordest della Sicilia. Secondo i rilevamenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia il sisma ha avuto ipocentro a 37 chilometri di profondità. L’epicentro invece è stato a 8 km da Maniace, nel Catanese, e a 9 da Floresta, nel territorio Messinese.

Le altre due scosse in successione

Un’altra scossa di terremoto di magnitudo 3.2 è stata registrata alle 3:22 nel nordest della Sicilia, in provincia di Catania. Secondo i dati dell’Ingv il sisma ha avuto ipocentro a meno di un chilometro di profondità ed epicentro vicino ad Acireale. Pochi minuti dopo si è avuta un’altra scossa di magnitudo 2.5 con epicentro poco più a nord, nei pressi di Santa Venerina. Non si hanno al momento segnalazioni di danni a persone o cose.

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Ad aprile altre due scosse

Nell’aprile scorso ci furono due giorni di scosse nel catanese. Una prima volta il 21 aprile per l’esattezza alle 14,06 che diffuse tanta paura e causò l’evacuazione di scuole e centri commerciali dal Catanese al Ragusano, passando per il siracusano. Poi il 22 aprile ci fu il terremoto di magnitudo 5.5 registrato 19 minuti dopo la mezzanotte, con epicentro a sud di Malta, ad una profondità di 10 chilometri. Il terremoto localizzato dalla sala sismica dell’Ingv di Roma ed è stato avvertito dalla popolazione anche in alcuni comuni siciliani delle province di Ragusa, Siracusa e Catania. Tanto che fu attivata la sala operativa regionale.

Ci fu anche l’allerta tsunami

Su disposizione del dirigente Generale del dipartimento di Protezione civile Salvo Cocina, tramite sala operativa, i sindaci dei comuni interessati furono invitati a preallertare le strutture di protezione civile. Questo per verificare eventuali danni, procedure di emergenza e di avviso ai cittadini nelle aree costiere esposte, anche se sin da subito è apparso improbabile un evento maremoto.

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