Dopo questa uscita a sorpresa (ma non troppo) Raffaele Stancanelli tornerà in silenzio. Non parlerà più di Catania a meno che ‘non venga provocato, come è accaduto’ dopo la conferenza stampa di sabato scorso dell’amministrazione sulla situazione economico-finanziaria del Comune.
L’ex sindaco è tornato a Palazzo degli Elefanti accompagnato da molti suoi ex collaboratori, primo fra tutti quel Roberto Bonaccorsi, assessore al Bilancio della giunta precedente e principale redattore del Piano di riequilibrio, che adopera una metafora calcistica per punzecchiare l’attuale esecutivo: “Ho fatto sport per una vita – dice – ma quando perdevo, nonostante l’amarezza, non ho mai dato la colpa all’avversario…”
A Stancanelli e Bonaccorsi le parole dei loro successori non sono andate proprio giù e difendono quel Piano redatto nel 2013 ed approvato dalla Corte dei Conti (nel settembre dello stesso anno) proprio dopo un’audizione a cui presero parte Bianco e Girlando che nel frattempo si erano insediati.
“Guardate, di questa conferenza non ce n’era bisogno dopo quello che è stato detto ieri a Palermo – dice Stancanelli – ma ricordo un comunicato stampa dai toni trionfalistici, quasi da Istituto Luce – dice Stancanelli – per esprimere soddisfazione per l’approvazione del Piano e poi?! Noi, vi assicuro, abbiamo consegnato una macchina con il motore rifatto alla quale era stato messa anche la benzina!”
Sia l’ex sindaco sia l’ex assessore Bonaccorsi, hanno ribadito più volte che l’attuale amministrazione avrebbe potuto rimodulare il documento: “Si può fare entro sessanta giorni dalla prima relazione dopo l’insediamento – spiega Bonaccorsi – io l’ho fatto appena dopo avere assunto un altro incarico amministrativo (cioè di Giarre di cui è stato sindaco fino a qualche mese fa ndr) sottoposto ad un Piano di Riequilibrio. Se avevano dei dubbi potevano farlo. Invece…”
Quanto alle cifre fornite sabato scorso dall’esecutivo in carica, gli ex amministratori hanno affermato che ‘non si può ridurre tutto ad una slide’. Si tratta soprattutto del dato relativo a quei 132 milioni di risparmi sul debito complessivo di Catania (che ammonta ad oltre un miliardo di euro) ‘fotografati’ sabato scorso dall’esecutivo comunale.
“E’ la negazione della verità, anche a volerla prendere per buona, e non lo è – tuona Stancanelli – i 132milioni in meno corrispondono in realtà ai 128milioni di mutui che sono stati pagati in tre anni, ma che per un fatto tecnico vengono addirittura trattenuti dalla Tesoreria attraverso i fondi vincolati che vengono poi trasferiti ai creditori. Ma non volevate nemmeno pagare i mutui? La situazione, quindi, è che non hanno ridotto di un euro, anzi …”.
“A quei dati ci credi per fede – ribatte Bonaccorsi – si tratta di cifre aggregate. Mi sarei aspettato di trovare un’origine a quelle voci”.
L’ex assessore al Bilancio e Stancanelli ricordano che all’epoca il Piano venne valutato positivamente sia dal Viminale che dalla Corte dei Conti, mentre altri Comuni con le stesse criticità di Catania furono bocciati. Quanto alla questione sui debiti fuori bilancio, che secondo Bianco e Girlando sarebbero stati sottovalutati dall’amministrazione Stancanelli, la risposta di Bonaccorsi è articolata.
L’ex assessore analizza vari punti ed alla fine afferma: “Noi abbiamo inserito il dato arrivato dagli uffici relativo a quel periodo. Non c’è stato un controllo del Piano, quindi, non so se esiste un ufficio che se ne occupi. Del resto è quello che sostiene anche la Corte dei Conti”.
Più diretto l’ex sindaco: “Nel 2010 mi presentai davanti la Corte, perché io ci vado – afferma – che mi chiedeva la rimodulazione dei mutui , ma non ho detto da chi erano stati contratti. Erano di Catania e basta”.
L’incontro con i giornalisti, zeppo di numeri, norme e cavilli, dura complessivamente un’ora, anzi 59 minuti che vanno in diretta video sulla pagina facebook del consigliere di Fdi, Manlio Messina (che avrebbe convinto Stancanelli e Bonaccorsi a rompere il silenzio).
Piovono commenti, ma uno è trinciante: “Dopo tre anni, il primo giorno di opposizione a Catania!”
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