Super Green pass alla prova del nove, insieme alle nuove restrizioni, subito arriva il raddoppio della somministrazione di prime dosi in una delle province più no vax di Sicilia: Catania.

La buona notizia a livello nazionale

“La buona notizia è che nelle ultime due settimane abbiamo ottenuto circa 390mila nuovi vaccinati”. Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, a “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus. “Questo direttamente o indirettamente – ha aggiunto – dimostra che il famoso zoccolo duro di non vaccinati ha margine per essere scalfito. E’ ovvio che, se si dovesse mantenere questo incremento vaccinale, nel giro di due mesi saranno rimasti solo gli irriducibili a non vaccinarsi. Però dubito che possa esserci questo incremento anche se è difficile fare delle previsioni: spesso gli italiani ci sorprendono in positivo”.

La provincia no vax di Catania corre a vaccinarsi

“I catanesi hanno già risposto in maniera importante. Durante questo fine settimana abbiamo raddoppiato le prime dosi e triplicato le terze dosi. Questo significa che i catanesi hanno capito e che il decreto è servito” dice Pino Liberti Commissario emergenza Covid19 della provincia.

Ad un passo dall’80% di immunizzati

“Speriamo di continuare così e ci auguriamo che quello zoccolo duro di persone ancora non vaccinate si riduca sempre di più in modo che ci accingiamo tutti a trascorrere delle festività serene con i nostri cari, senza assembrarci, con il dovuto distanziamento, ma in assoluta serenità. In provincia di Catania siamo ad un passo dall’80% di immunizzazioni e contiamo di arrivare al 90% entro poche settimane”.

Il contagio continua a crescere

Sul fronte epidemiologico, però, bisogna tornare alla parole di Cartabellotta che ha osservato come “si conferma la crescita di casi, ma con un impatto sugli ospedali che è però notevolmente più modesto rispetto all’era pre-vaccinale. In era pre-vaccinale, con l’attuale numero di contagi, avevamo il triplo di pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva. Ogni mille casi positivi che abbiamo, il 2,4% viene ricoverato in area medica e il 3xmille va in terapia intensiva. Dobbiamo gestire la pandemia in maniera ordinaria, perché non possiamo più permetterci di intasare gli ospedali ostacolando l’assistenza ai malati delle altre patologie”.

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