Torna libero l’imprenditore Giuseppe Virlinzi, 77 anni, e assieme a lui anche il suo ex storico commercialista, Giovanni La Rocca, 76 anni, così come Filippo Impallomeni, 71 anni, ex presidente dell’ottava sezione della commissione Tributaria provinciale di Catania.
Lo ha deciso il tribunale della libertà valutando di essere venute meno le esigenze cautelari e di conseguenza revocando gli arresti domiciliari. Tutti e tre erano stati posti arrestati l’8 febbraio scorso e assegnati agli arresti in casa il 23 febbraio successivo dalla Guardia di finanza per corruzione in atti giudiziari.
Il giudice è accusato di avere favorito aziende dell’imprenditore Giuseppe Virlinzi in contenziosi con l’Agenzia delle Entrate per oltre 800 mila euro. Nella decisione dei giudici del riesame hanno influito anche le dimissioni di Impallomeni dall’incarico e la revoca da parte di Giuseppe Virlinzi di tutti gli incarichi aziendali a La Rocca.
Nell’inchiesta sono confluite indagini e accertamenti del Gico e del Nucleo di polizia Tributaria della guardia di finanza. A Impallomeni è stato constetato l’uso di 5 auto dal 2006 e di averne fatto richiesta, come auto di rappresentanza, anche quando era a capo delle direzione del Tesoro a Catania.
Controllate le sentenze emesse sul Sisma ’90: per l’accusa cinque sono state decise in pochi mesi, e due erano per il gruppo Virlinzi. In meno di un anno, inoltre, si sarebbe espresso su sette procedimenti avviati da aziende riconducibili allo stesso imprenditore, con una tempistica che l’accusa ritiene “nettamente sotto la media”.
Nell’inchiesta, coordinata dal sostituto Tiziani Laudani, sono indagati anche Agostino Micalizio, 47 anni, direttore commerciale della Virauto Spa, e per favoreggiamento aggravato un cancelliere di 62 anni, Antonino Toscano, sospeso dal servizio.
br
foto archivio
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