Sono state le immagini di videosorveglianza quelle della gioielleria Lanzafame di via Vittorio Emanuele e altri frame in alcune strade della zona a mettere gli investigatori sulle tracce del terzetto che lo scorso 10 febbraio ha assaltato il negozio in pieno centro a Catania.
Per la tentata rapina e per le lesioni provate ai titolari della gioielleria, padre e figlio, che durante il tentativo di rapina sono rimasti feriti, gli agenti della Squadra Mobile hanno fermato Salvatore Marano, 26 anni e Salvatore Nicola Roccia, 22 anni. Sono entrambi di Paterno’ e quella mattina hanno agito con una terza complice, una minore di 16 anni. Sono tutti incensurati.
Le indagini sono state immediatamente avviate dopo che è scattato il segnale dell’allarme di rapina collegato al 113. Le prime frammentarie informazioni davano il titolare della gioielleria ferito dai rapinatori da colpi d’arma da fuoco all’addome.
Tre persone di cui una donna, a viso scoperto, avevano fatto ingresso all’interno della gioielleria e, dopo avere aggredito il titolare che si trovava dietro il bancone – colpito violentemente al volto – si erano avvicinati al retrobottega dove c’era il figlio.
E’ stato a quel punto che Roccia sotto la minaccia di una pistola del tipo semiautomatico, ha intimato al titolare di consegnare le chiavi della cassaforte per poi spostarsi nel retrobottega dove si trovava il figlio a cui ha puntato la pistola esplodendo un colpo, risultato a salve. Dopo il colpo, il figlio del titolare ha perso i sensi ed è caduto per terra sbattendo violentemente la testa.
I tre rapinatori, che non erano riusciti a mettere a segno la rapina sono fuggiti percorrendo via San Giuseppe al Duomo così come ripreso dalle telecamere.
La donna con un giubbotto rosso andava di fretta seguita da Marano e Roccia a passo d’uomo che si avvicinavano ad un’auto parcheggiata. La presenza del terzetto è stata notata da un brigadiere della Guardia di Finanza che notato i tre a salire a bordo di una Polo.
Dalle immagini è stato possibile ricostruire che l’auto era una VW Polo “Cross” di colore grigio metallizzato. Il modello di auto è caratterizzato dalla presenza di barre in acciaio sul tetto e fascioni laterali, della quale però non si riusciva a rilevare il numero di targa.
Passati ai raggi x i varchi in ingresso e di uscita della città è stato rilevato il passaggio, in orario compatibile e successivo alla rapina, dell’auto in piazza Alcalà e al Faro Biscari in direzione dello svincolo Asse dei servizi. I tre erano diretti a paternò, da dove erano partiti per mettere a segno il colpo.
Roccia è stato trovato in possesso di una pistola semiautomatica a salve, di cui ha cercato di disfarsi risultata quella utilizzata la mattina della tentata rapina.
“L’importante è essere riusciti a dare un’immediata risposta a questo grave fatto di cronaca – ha detto il dirigente della Squadra Mobile, Antonio Salvago – in sede di interrogatorio davanti al pm che coordina le indagini i due fermati hanno ammesso di avere tentato il colpo. Catania è una città metropolitana che ha i problemi di una grande città, ma possiamo dire che c’è un buon controllo del territorio e anche un’attività di repressione che riguarda sia la criminalità organizzata che quella comune”.
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