Se c’è un limite al peggio, il Catania lo ha ampiamente superato. Una squadra ridicola quella che ha perso 3 a 0 anche a Monopoli contro una formazione che non vinceva in casa da dicembre 2016.

Una partita difficile da commentare, come del resto questo finale di stagione in cui la decisione più saggia della società sembra essere l’annullamento della ‘giornata rossazzurra’ prevista nel derby contro il Siracusa.

Sarebbe stato l’ennesimo sfregio che, evidentemente, i tifosi non meritavano. Si perchè il Catania è un disastro: un disastro la gestione Pulvirenti, un disastro dietro l’altro dall’esonero di Rigoli che tutto ha portato, meno che bene. E’ evidente che qualcosa è sfuggito di mano anche ad un uomo di esperienza come Pietro Lo Monaco: dal mercato di gennaio, al rapporto con la tifoseria, passando per quello con la stampa e la decisione, censurabile, di non permettere alle testate web di assistere alle partite. Per fortuna la tecnologia moderna permette ugualmente di osservare, raccontare e commentare quello che si può definire uno ‘strazio sportivo’.

LA PARTITA. Spazio ai giovani, spazio alla voglia di fare bene dei talenti rossazzurri. Pulvirenti cambia rotta e a Monopoli, anche per le numerose assenze, concede spazio dal primo minuto a diversi ragazzi del settore giovanile.

3-5-2 per il tecnico del Catania con Di Stefano e Manneh in campo dal primo minuto; in avanti Pozzebon e Di Grazia con Mazzarani sulla trequarti.

L’avvio è il solito, noioso, avvio che il Catania sforna, ormai, in ogni partita.

Grande occasione per i padroni di casa al minuto 21: il Catania perde un pallone a centrocampo, contropiede veloce che Genchi conclude fuori.  Pugliesi che aumentano la pressione: Pinto, al volo, centra la porta ma Pisseri, e non è una novità, si supera e salva il Catania.

Il primo tempo regala davvero poco, se si escludono le continue interruzioni per infortuni vari e per improvvise cadute dei giocatori in campo. Le occasioni comunque sono tutte di marca pugliese: importante anche quella di Canissoni che in pallonetto supera Pisseri, ma non centra la porta.

Il catania dà segni di vita con una conclusione di Mazzarani respinta dal portiere di casa. Poca cosa: si rimane sullo 0-0 solo perché il Monopoli non ha attaccanti prodigiosi. La difesa del Catania sbanda clamorosamente e dove non arriva il Monopoli, risolvono i rossazzurri. Regolarmente, quindi, prima dell’intervallo arriva il vantaggio dei pugliesi: solito calcio di punizione dalla trequarti, pasticcio della difesa e pallone che finisce in rete, forse deviato da un difensore rossazzurro. Ciò che conta è che il Monopoli è in vantaggio e il Catania è ancora una volta costretto a inseguire.

La reazione rossazzurra è affidata alle scorribande di Manneh: da un cross di quest’ultimo potrebbe arrivare il pareggio, ma Pozzebon con la porta completamente sguarnita, riesce a gettare fuori il pallone.

Nella ripresa sarebbe stato lecito aspettarsi un Catania arrembante alla ricerca del pari. Sarebbe, ma non lo è stato e nelle poche occasioni costruite dai rossazzurri sono arrivati altri clamorosi errori. Mazzarani imita Pozzebon e, di testa, manda fuori un pallone molto invitante.

Pulvirenti inserisce Russotto al posto di Di Stefano per provare a giocarsela con la fantasia del numero 10. Il pallone del pareggio, però, passa ancora tra i piedi di Mazzarani che riesce a sbagliare anche le occasioni più semplici.

Gol sbagliato, gol subito. Ricucci mette in rete il pallone del 2 a 0 mentre tutta la difesa del Catania, in stato di catalessi, sta a guardare. Sotto di due gol Pulvirenti, finalmente, toglie Mazzarani e inserisce Barisic; entra anche Bucolo al posto di Di Stefano. Non succede nulla, se si esclude il calcio di rigore che vale il 3 a 0 per il Monopoli realizzato da Genchi.

Il Catania perde ancora e, forse, perde definitivamente la bussola. A due giornate dalla fine i rossazzurri rischiano addirittura di essere risucchiati nella zona calda della classifica. Incredibile e mortificante, per i tifosi e soprattutto per la città. Bisogna solo resettare. Tutto, anche l’atteggiamento spocchioso che, evidentemente, è fuori luogo.