Addolorati, stanchi e provati i familiari di Valentina Milluzzo non puntano il dito contro l’ospedale, ma chiedono soltanto la verità. A parlare è il padre Salvatore Milluzzo, funzionario di banca in pensione. Lui e la famiglia a Palagonia, paese in provincia di Catania, sono molto conosciuti.
“Chiediamo giustizia per mia figlia e affinchè – ha detto papà Salvatore – medici obiettori di coscienza o non, capaci o non capaci, noi non vogliamo puntare il dito contro alcuno che altre donne non muoiano di parto, che altre famiglie non debbano sopportare il dolore che proviamo noi”.
Salvatore in una lunga intervista, ripercorre le tappe della vicenda che hanno portato alla morte di Valentina.
“Mai nessuno ci ha detto che mia figlia era in pericolo di vita – ha continuato – dalla sala parto dopo tutto quello che le era successo l’hanno uscita intubata, fredda e l’hanno portata in Rianimazione. Io non lo so se mia figlia, in quel momento era viva o no, o chissà cosa stessero facendo”.
“Quando io e mio genero abbiamo chiesto di non fare soffrire più Valentina e abbiamo chiesto di procedere, il medico ha detto che essendo lui un obiettore di coscienza una volta che i cuoricini dei bambini battevano, ma noi non lo sappiamo se battevano, non poteva procedere”.
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