“Non si aveva un’annata così buona da almeno dieci anni”. E’ questa la frase che si sente ripetere a ogni vendemmia e che ormai fa moda. Di certo c’è però che i vini siciliani e soprattutto del territorio dell’Etna stanno riscuotendo un meritato successo, che si stanno evolvendo con grandi prospettive orientandosi a un mercato internazionale.

Nella sede della Camera di Commercio, sono intervenuti il giornalista Fabrizio Carrera, il Commissario ad Acta della Camera etnea, Roberto Rizzo, il sottosegretario alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Giuseppe Castiglione, l’ assessore regionale delle Attività Produttive Maria Lo Bello, l’assessore regionale all’Agricoltura, allo sviluppo rurale e alla Pesca mediterranea Antonio Cracolici, il presidente Fipe Confcommercio Sicilia Dario Pistorio, il presidente Consorzio di tutela dei Etna Vini Doc Giuseppe Mannino, lo chef Giovanni Santoro e il segretario generale della Camera, Alfio Pagliaro, per presentare le aziende che saranno presenti recheranno dal 10 al 13 aprile al Vinitaly.

La Camera di Catania porterà alla manifestazione di Verona, che quest’anno compie cinquant’anni, venticinque aziende vinicole etnee e cinque del messinese selezionate dall’ente.

“Oggi è una giornata importante per la Camera perché l’attività di promozione è di certo centrale in tutte le attività camerali. – ha esordito il commissario Rizzo – Abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con rappresentanti istituzionali per portare avanti il messaggio del ruolo centrale che le aziende hanno nel territorio. Lo stesso sistema camerale, d’altronde, nasce dall’associazionismo, e dunque dalla capacità di stare insieme. Seppure tra mille difficoltà quest’anno la Camera, così come ad esempio già avvenuto a Trieste con Olio capitale, continua a fare la sua parte sostenendo chi ogni giorno investe sul e per il territorio”.

L’assessore Cracolici ha lodato la Camera di commercio catanese e il suo saper fare sistema “che sa essere riferimento di un settore che oggi è punto di orgoglio. La qualità del prodotto conta, certo, ma da sola non basta; conta anche il sistema organizzativo e la quantità necessaria ad imporsi nei mercati. E il vino di questo territorio gode di grande prestigio in Europa. Le aziende di vino siciliano a Verona saranno 153 e posso dire con una certa dose di orgoglio che siamo ormai a poche ore dall’approvazione del bando della misura 3.2 del Psr che consentirà di utilizzare le misure per la promozione. I primi a fruire di tutto questo saranno i produttori che esporranno al Vinitaly tra pochi giorni”.

Pistorio, presidente FIPE, è d’accordo e analizza come “il brand dei vini siciliani è sempre molto richiesto, anche se le case vinicole dovrebbero ritrovarsi ancora più uniti per potersi proporre all’estero con una promozione compatta”.

Anche Giovanni Santoro dello Shalai Resort di Linguaglossa, che ha ricevuto quest’anno la prestigiosa stella Michelin, primo chef etneo ad avere questo riconoscimento, ha spiegato come il suo percorso sia fatto di scelte e lavoro duro, ma ripagato, e come il Vulcano trasmetta passione e voglia di fare.

“Il Testo unico sulla viticoltura  approda per la prima volta in commissione Agricoltura del Parlamento nazionale  e importantissimo e ha il preciso obiettivo di abbattere il male di cui soffre il settore vitivinicolo, e cioè l’appesantimento burocratico – ha sottolineato il sottosegretario Castiglione – Puntiamo alla smaterializzazione e alla valorizzazione dell’IGP. Parleremo di commercializzazione e produzione, si stabiliscono testi normativi innovativi, e stabiliremo le regole all’insegna della semplificazione”.

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