Hanno un progetto in comune: vogliono risollevare i luoghi dal degrado e hanno già realizzato il loro primo intervento, nel centro di Catania.

Ieri una quarantina di ragazzi, tutti tra i 15 e i 23 anni, si sono dati appuntamento alle 9 in piazza Stesicoro con l’obiettivo di ripulire l’antico anfiteatro romano, chiuso dallo scorso 18 aprile. Ma questo è solo il primo passo di una campagna civica, chiamata Catania Care, che vuole aggregare i ragazzi per intervenire suoi luoghi della città etnea.

Sotto gli occhi increduli dei passanti e del web – perché le foto si sono subito diffuse velocemente – i giovani si sono occupati della pulizia del sito archeologico, che oggi sarà aperto alle visite. Insieme a loro, c’era l’associazione T.G.S. Ibiscus che ha intrattenuto i cittadini parlando della storia dell’anfiteatro e dei monumenti di piazza Stesicoro. Mentre, intorno a loro, si muovevano anche gli studenti del Liceo “G. Lombardo Radice” che, all’interno del progetto di alternanza scuola-lavoro, riprendevano il tutto per realizzare un video promozionale. Per aiutare i ragazzi, è intervenuta anche la Multiservizi.

“Tutto è nato qualche mese fa – racconta Paolo Francesco Reitano, promotore dell’iniziativa – quando io con un mio amico ci aggiravamo per Catania e, dopo essere arrivati all’anfiteatro, lo abbiamo visto in condizioni veramente degradanti. Dopo c’è stato un lunghissimo iter burocratico in cui  abbiamo cercato autorizzazioni, per realizzare una manifestazione in cui avremmo dovuto ripulire l’anfiteatro”.

A guidare l’iniziativa è stata Catania Care, movimento nato di recente, che desidera realizzare una campagna civica per la città. Dopo l’anfiteatro romano, i prossimi obiettivi sono le spiagge libere e il boschetto della Playa.

“L’azione di pulizia è importante – continua il giovane –  ma c’è anche un messaggio culturale da lanciare. Cercheremo di creare delle attività parallele, come intrattenimento e cultura. Si deve togliere dalla mente del cittadino che non si tratta di belle iniziative solo perché qualcuno lo fa al posto suo, ognuno deve pensare che può cominciare a farlo”.

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