Erano le 21 del 18 marzo 1958 quando a Licata il mafioso Salvatore Puzzo uccise in un agguato con la sua pistola il trentaduenne sindacalista della Lega degli edili Vincenzo Di Salvo; il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende commemorarlo attraverso l’elaborato di Alessio Sem della classe III sez. G del liceo scientifico Filolao di Crotone.

“Vincenzo Di Salvo è stato ucciso a 32 anni, il 18 Marzo 1958; era alla guida della Lega edili dell’organizzazione unitaria e lavorava anche presso l’impresa appaltatrice per la costruzione delle fognature in città. Durante questo periodo Di Salvo era al comando dello sciopero dei dipendenti dell’impresa. Tale situazione era scaturita perchè i lavoratori non erano stati pagati. In seguito per calmare la situazione e riportare tutto alla normalità ci fu un incontro tra rappresentanti dei lavoratori e del datore di lavoro alla presenza del Sindaco e di un sottufficiale dei carabinieri. Fu stipulato un accordo che prevedeva la sospensione dello sciopero se l’azienda avesse pagato entro 1 giorno, diversamente gli operai avrebbero ripreso lo sciopero. I giorni passarano, ma la situazione non variava. Così intorno alle 21 del 18 Marzo con un colpo di pistola al petto fu assassinato Vincenzo Di Salvo. La mafia non è invincibile, Di Salvo ha scioperato per i diritti dei lavoratori, perchè era giusto che venissero pagati e in ciò non c’era nulla di sbagliato. Tutti abbiamo dei diritti, e questi devono essere rispettati. Ma spesso lo dimentichiamo perché siamo egoisti. Non dobbiamo dimenticare che Vincenzo Di Salvo è morto ingiustamente, per salvare i diritti dei lavoratori. Tutti abbiamo diritto a vivere e nessuno ci deve privare la nostra vita, tanto meno la mafia.”

È doveroso richiamare alla memoria il giorno in cui qualcuno volle spegnere una vita onesta al servizio della collettività. Ricordiamo Vincenzo Di Salvo, onorandone la memoria, approfondendo nelle aule scolastiche il ricordo.

Il CNDDU invita nuovamente gli studenti e i docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com)

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU


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