Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ricorda oggi Carmelo Jannì, albergatore e cittadino esemplare, assassinato il 28 agosto 1980 a Punta Raisi, in provincia di Palermo, per aver avuto il coraggio di collaborare con le forze dell’ordine nella lotta contro la mafia.
Carmelo Jannì non era solo un imprenditore: era un uomo che incarnava la cultura della legalità. Gestiva l’albergo “Riva Smeralda”, sul mare vicino a Palermo, con dedizione e senso del dovere, valori che oggi possiamo trasmettere ai giovani come esempio di responsabilità civica. Quando la polizia gli chiese aiuto per fermare tre criminali marsigliesi intenti a insegnare la raffinazione dell’eroina in Sicilia, Jannì non esitò: il suo gesto, coraggioso e disinteressato, contribuì all’arresto di un latitante pericoloso e salvaguardò la comunità.
Quattro giorni dopo, il 28 agosto 1980, la mafia lo uccise in pieno giorno nella hall del suo albergo. Il mandante, Gerlando Alberti, ordinò l’omicidio dal carcere, mentre gli esecutori materiali non sono mai stati identificati.
La figura di Carmelo Jannì oggi diventa un ponte tra memoria e scuola: la sua storia insegna ai giovani che la legalità non è un concetto astratto, ma una scelta concreta, quotidiana e coraggiosa. Come docenti della disciplina dei Diritti Umani, abbiamo il dovere di far conoscere la sua vicenda agli studenti, trasformandola in strumento educativo per promuovere i valori della responsabilità, del coraggio civile e della cittadinanza attiva.
Ricordare Carmelo Jannì significa trasmettere ai giovani che il rispetto delle regole, il coraggio di denunciare l’illegalità e la scelta di stare dalla parte della giustizia sono atti concreti che costruiscono una società migliore. Il CNDDU invita scuole, istituzioni e cittadini a celebrare questa memoria con iniziative educative, laboratori e percorsi didattici, affinché il sacrificio di Jannì diventi insegnamento vivo e duraturo per le nuove generazioni.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU

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