“Abbiamo chiesto e ottenuto un confronto urgente con i vertici della Di Costa Spa a Francavilla di Sicilia, un’impresa dolciaria che assicura lavoro a decine di dipendenti con punte stagionali di 150 occupati e che esporta in 54 nazioni. L’azienda segnala che attende ancora dal Comune in terra d’Alcantara un sì o un no, una risposta formale e motivata, sul progetto di ampliamento presentato nel 2022. Un investimento da 10 milioni di euro per l’apertura di un terzo stabilimento produttivo con significative ricadute occupazionali. Dall’incontro, altresì, è emerso che la Di Costa non esclude adesso neppure l’ipotesi di delocalizzazione. Siamo allarmati nell’apprendere di un’opportunità negata per il territorio e di un possibile disastro sociale, che meritano l’intervento del prefetto di Messina alla cui sensibilità istituzionale facciamo appello affinché convochi al più presto tutte le parti interessate in modo da chiarire e risolvere una situazione a oggi paradossale”.


È l’appello-denuncia lanciato dal segretario generale della Uila Sicilia, Nino Marino, e da Alessandro Salamone, componente del Coordinamento nazionale Uila per l’industria agroalimentare, al termine di una riunione tenuta ieri sera nella sede della Di Costa Spa a Francavilla dove gli esponenti sindacali sono stati ricevuti da Giuseppe Damico, direttore della ditta fondata da Enzo Di Costa nel 1986, e dall’avvocato Pietro Giannetto, legale dell’azienda.

“I rappresentanti della Di Costa – affermano ancora gli esponenti sindacali – hanno riferito di un piano per la valorizzazione di un’area in contrada Barillaro, dove l’azienda è già proprietaria di un fabbricato che a lavori ultimati potrebbe affiancarsi alle strutture attualmente operative nelle contrade Barbazza e Santa Caterina a Francavilla. Nel 2022, la Giunta aveva dato parere favorevole al progetto inviandolo all’Ufficio tecnico comunale. Tre anni dopo, però, in Consiglio non è ancora arrivata la delibera che autorizza la variazione d’uso per un terreno pubblico attualmente in stato di abbandono destinato sulla carta, ma solo sulla carta!, a ospitare il mercato ittico e quello ortofrutticolo”.


Nino Marino e Alessandro Salamone concludono: “Non ci interessa puntare il dito contro nessuno o alimentare sterili polemiche. Rivendichiamo unicamente chiarezza su una vicenda che rischia di fare danno ai lavoratori e ai cittadini di una comunità molto vasta, ben oltre i confini di Francavilla. Auspichiamo poi buon senso e volontà di costruire futuro, una volta conclusa ogni verifica di legittimità e sostenibilità che in 3 anni è stato certamente possibile fare”.

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