“Leggo che la Banca Agricola Popolare di Ragusa, nel mese dell’educazione finanziaria, si dichiara impegnata a promuovere la conoscenza finanziaria per orientare le persone nel complesso universo della finanza, e permettere loro di fare investimenti consapevoli. Una vera e propria beffa per i risparmiatori che in questa banca hanno visto svanire i risparmi derivanti dai sacrifici di una vita. Questa banca, che oggi fa capolino in diversi giornali economici per insegnarci su come investire i nostri risparmi, è lo stesso istituto che proprio questa settimana è stato condannato dal Tribunale di Ragusa per violazione degli obblighi informativi e valutativi. Come se prendessimo lezioni di sicurezza informatica da una banda di hacker!”, Così, in una nota, il deputato di Fratelli d’Italia Letizia Giorgianni, Presidente dell’Associazione vittime del Salvabanche che già in passato si è occupata di tutela del risparmio.
“Conosco bene questa banca, anni fa fui chiamata dai correntisti di questo istituto perché la Banca Agricola Popolare di Ragusa aveva venduto loro azioni illiquide senza informarli sulla pericolosità di questi investimenti, feci persino un esposto in procura al quale seguirono decine di esposti alla Guardia di Finanza, indagini di cui aspettiamo ancora gli esiti, ed oggi, dalle pagine di un giornale economico, vedo i dirigenti di questo istituto in posa con rappresentanti del mondo economico e politico per dare consigli su come fare investimenti consapevoli. Proprio loro che hanno lavorato ad esclusivo beneficio degli interessi della banca, mandando sul lastrico migliaia di famiglie e imprese – continua il parlamentare di Fratelli d’Italia – e a dirlo oltre al Tribunale di Ragusa, sono anche le tante sentenze dell’arbitro per le controversie finanziarie istituito dalla Consob, che in questi anni ha accolto tutte le richieste di risarcimento danni avanzate dai tanti correntisti truffati. Eppure oggi – conclude Giorgianni -, nel mese dell’educazione finanziaria, la Banca Popolare di Ragusa promuove se stessa in un ridicolo tentativo di ripulirsi l’immagine, come a dire che non c’è mai fine al peggio e all’ipocrisia”.

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