In base ai nostri studi, comprovato dalle otto navi di diverse epoche, fino ad oggi solo una recuperata e restaurata, ipotizziamo che in C.da Bulala a Gela i Greci abbiano costruito il più grande porto commerciale del Mediterraneo dell’epoca.

Non può essere un caso che otto navi (scoperte) siano affondate in quel tratto di Golfo a pochi centinaia di metri l’una dall’altra. I marinai lo sanno quando il mare è in tempesta bisogna rifugiarsi nel porto più vicino e restare in rada fino a quando la tempesta sia terminata.

L’ipotesi: Le otto navi colti dalla improvvisa tempesta cercano di rifugiarsi al porto greco di C.da Bulala, il mare agitato, li inghiottisce con tutto il carico, e li seppellisce per sempre in fondo al Golfo di Gela, diventando di fatto storia dei giorni nostri. E fonde di studio.

(Il secondo millennio a. C. è privo di opere portuali, pur essendoci nei ricordi letterari l’eco di opere protettive di approdi costieri soprattutto in collegamento con famosi santuari; il primo millennio a. C. ricorda Fenici, Filistei, Egizî, Etruschi, Greci che percorrono il Mediterraneo con le loro navi ed attraccano a grossi emporî non meglio descritti e definiti nelle loro strutture; solo il periodo arcaico tra il VI ed il V sec. a. C. possiede dei veri e proprî complessi portuali che la Grecia chiama ἐπίνεια, perché sorgono di preferenza su stretti ed alti lembi di terra a cavallo tra due mari o a guardia di golfi strategicamente importanti, distanti dalla città cui appartengono o la cui origine condizionano, pur rimanendo ed essa politicamente ed amministrativamente collegati. Tipici esempî Lechaion, il porto di Corinto, e Pireo, il porto di Atene, costituito da un nucleo dominante il golfo, articolato in tre bacini: il Κάνϑαρος o grande porto, Zea e Munichia i minori, affiancati dai cantieri e dagli arsenali; nel V sec. a. C. Temistocle, oltre a proteggere il complesso con una valida cinta di mura, ancora visibile in parte, che lo collega alla città, lo arricchisce di monumenti. È l’epoca in cui compaiono nelle iscrizioni anche le prime cariche relative all’amministrazione ed alla cura dei p.: ci sono gli ἐπιμελούμενοι per gli arsenali, nel secolo successivo sostituiti dai dieci ἐπιμεληταὶ; ἐπιμελητής si chiama anche il sovrintendente alla manutenzione degli emporî, coadiuvato dai λιμενάρχαι per il movimento del porto. (Enciclopedia Treccani). 

E’ un fatto che Gela fosse un’importante colonia commerciale Greca, (le città commerciali hanno la necessità di un porto), un porto d’approdo, per carico-scarico, merci, persone e schiavi, un porto che possa proteggere le imbarcazioni dalle imprevedibili tempeste; la conformazione del territorio, la vicinanza tra Lago Biviere (acqua dolce) che un tempo arrivava in C.da Bulala, raggiungendo addirittura le aree dell’ex Petrolchimico Eni e in prossimità del Fiume Gela, navigabile fino al 1535, navigabilità che arrivava per molti km all’interno della piana di Gela, la seconda della Sicilia; mi fanno ipotizzare attraverso i miei studi infrastrutturali portuali moderni, economici internazionali, e come studioso delle infrastrutture antiche che a Gela in Contrada Bulala vi sia seppellito il più grande porto commerciale del Mediterraneo costruito dai greci.

Dott. Francesco Agati

Luogo: Studio Immobiliare, Berchet, 5, GELA, CALTANISSETTA, SICILIA

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