Tipo segnalazione: Disservizio

L’abuso del contrassegno disabili a Palermo: rabbia, delusione, ingiustizia

Palermo: la città delle mille contraddizioni, del mare che profuma di Sale, ma anche delle tante barriere che non si vedono. Qui, dove il diritto alla mobilità dovrebbe essere garantito come il pane quotidiano, l’abuso del contrassegno per disabili diventa una beffa. E la comunità soffre, mentre la legge resta spesso solo un’illusione. Situazione palermitana: fatti che gridano


Ecco alcuni esempi che raccontano più di mille statistiche:

Aeroporto “Falcone Borsellino”: 37 stalli riservati (cioè posti “H” per persone con ridotta mobilità) gestiti da Gesap, a Cinisi. In quattro mesi sono stati sequestrati 100 contrassegni falsi usati per occupare abusivamente questi stalli. 

Stessa area: posti “H” tutti occupati, persone disabili con regolare contrassegno costrette a parcheggiare altrove (strisce blu, parcheggi a pagamento). Sconto parziale, ma resta il danno dell’umiliazione, della fatica, dello spreco di energie nervose. Giusi Barraco (disabile), denuncia che dopo aver provato a far valere i suoi diritti è stata comunque fatta pagare, pur possedendo regolare Cude. 

Al porto di Palermo: una donna con padre ammalato su sedia a rotelle, con contrassegno blu, ha chiesto solo di poter arrivare al punto d’imbarco con la macchina. Le è stato negato l’accesso, perché l’auto “non risultava in partenza”. Così hanno costretto il padre a camminare, nonostante la disabilità. Lì dove il rispetto dovrebbe essere automatico, è mancato il buon senso. 


Iniziative recenti: l’App Palermobilità (gestita da Sispi) ha attivato funzioni utili — geolocalizzazione degli stalli per disabili, segnalazioni tramite app alla Polizia Municipale per abusi (con foto, posizione, targa). Buon segno, ma che emerge proprio perché il problema è diventato insopportabile. 

Discrepanze normative e pratiche: il pass per disabili ha valore normativo per certe deroghe, ma spesso nei regolamenti privati o in zone speciali (porto, aeroporto) questo valore è sminuito da interpretazioni che sembrano fatte apposta per negare, per scoraggiare, per respingere. 


Perché qui è ancora più doloroso

A Palermo le difficoltà quotidiane sono tante: il traffico, le strade dissestate, i marciapiedi rotti, le rampe mancanti — tutto questo rende ogni passo una conquista. Quando a ciò si aggiunge che un diritto “elementare” come il contrassegno venga tradito o ignorato, il danno è doppio: fisico ed emotivo.

Perché il disabile deve lottare due volte: una per la sua condizione, un’altra per vedere riconosciuto un diritto.

Perché la comunità perde fiducia: se le istituzioni non riescono a garantire ciò che la legge prevede, se le persone “furbe” la fanno franca, il sentimento è che per qualche motivo i deboli sono sempre l’ultima ruota del carro.

Perché la sofferenza diventa invisibile. La stanchezza di chi deve camminare più del necessario, il calvario delle rampe inesistenti, la frustrazione di essere costretti a rinunciare a qualcosa per un diritto negato.


Cosa si può già fare – e cosa serve

Non solo indignazione: serve agire. A Palermo ci sono già alcuni strumenti che possono essere rafforzati, e alcuni nodi da sciogliere:

Strumento / Iniziativa Limiti attuali Possibilità di miglioramento

App Palermobilità per segnalazioni Ottima idea, ma dipende da quante segnalazioni vengono recepite, da che tempi ci sono per intervenire, dalla reperibilità reale della Polizia Municipale. Dare trasparenza alle statistiche: quante segnalazioni → quante multe → quanto tempo per la rimozione. Far diventare il monitoraggio pubblico.

La normativa (legge, Cude, regolamenti) A volte interpretata in modo restrittivo o disomogeneo (es: esercizi “privati”, aree non considerate “pubbliche”, varchi portuali). Chiedere chiarezza normativa, regole uniformi che valgano anche in zone particolari come il porto o l’aeroporto, senza lasciare zone grigie.

Controlli e sanzioni I pass falsi sequestrati sono un segnale ma non bastano. Potenziare i controlli, aumentare la diffusione di telecamere, incentivi per i cittadini che segnalano, pene certe, revisione periodica dei contrassegni (evitare che pass intestati a defunti restino validi).

Cittadinanza attiva e sensibilizzazione Spesso manca l’educazione all’empatia del prossimo; il “non vedente” del privilegio è spesso condiviso da chi non vive la disabilità. Campagne pubbliche, scuole, media locali, sensibilizzazione sui social; coinvolgere le associazioni disabili per testimonianze pubbliche.


Una conclusione amara, ma con speranza

Palermo non è solo rovine, caos e storia antica: è persone che si sforzano di esserci, anche quando la città non sembra costruita per loro. L’abuso del contrassegno disabili è una vergogna — un morso alla dignità. Ma non tutto è perduto.

Se tutti, insieme – istituzioni, cittadini, associazioni – decidessero che no, non è normale, se iniziative come l’app per segnalare diventino sistema, se errori come quelli all’aeroporto vengano corretti non con scuse ma con fatti, allora il vento può cambiare.

Per ora, resta una ferita che brucia. Ma le ferite, se curate, possono diventare forza.

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