Sognano di poter gestire in proprio l’azienda dove lavorano da anni, ormai confiscata. Sono i 12 lavoratori e lavoratrici di Chantilly 2, il bar pasticceria di via Strasburgo in amministrazione giudiziaria, sequestrato il 9 settembre del 2019 all’imprenditore M. G., assieme ad altri beni.
Dal 7 luglio scorso, il locale è stato definitivamente confiscato. E i lavoratori chiedono l’affidamento dell’attività, con la costituzione di una cooperativa.
Dal 7 luglio scorso, il locale è stato definitivamente confiscato. E i lavoratori chiedono l’affidamento dell’attività, con la costituzione di una cooperativa.
“La nostra speranza è di poter realizzare questo progetto, siamo del mestiere, abbiamo espresso tutti quanti la volontà di dare continuità al lavoro che svolgiamo da anni”, hanno detto i rappresentanti dei lavoratori al tavolo tecnico che si è svolto ieri in Prefettura, alla presenza delle organizzazioni sindacali di Filcams Cgil Palermo e Fisascat Cisl Palermo Trapani, dell’amministratore giudiziario della società “Chantilly 2 srl Unipersonale” Alessandro Virgara, dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati, rappresentata dal dirigente Giuseppe Quattrone e da Legacoop Sicilia.
La riunione del tavolo tecnico è stata convocata dal prefetto, per dare seguito alla richiesta giunta dall’amministratore giudiziario.
A dar man forte al progetto dei lavoratori sono Filcams Cgil Palermo e Fisascat Cisl Palermo Trapani. “E’ partito il percorso – dichiarano per la Filcams Cgil Palermo il segretario generale Giuseppe Aiello e la segretaria provinciale Alessia Gatto e per la Fisascat Cisl Palermo Trapani il segretario generale Stefano Spitalieri e il segretario Salvo Marrone – Il tavolo tecnico ha esaminato la situazione, ha preso atto favorevolmente della richiesta dei lavoratori e sarà avviato uno studio per valutare la fattibilità e la sostenibilità economica della proposta. Prefettura, Agenzia Nazionale per i beni confiscati e Legacoop hanno espresso interesse e la disponibilità ad avviare e sostenere il percorso, comprendendo che si tratta di un progetto che nasce dalla tenacia dalle lavoratrici e dai lavoratori di Chantilly 2 e che anche noi come sindacati sosteniamo”.
La cooperativa sarebbe per questi lavoratori la conclusione di un percorso di emersione alla legalità e che ha già portato alla stabilizzazione di tutte le maestranze, secondo le previsioni contrattuali e la legge.
“I lavoratori hanno affrontato periodi complicati, in questi anni hanno assicurato la continuità dell’attività anche in un contesto di difficoltà economica, dovuto anche alla pandemia – aggiungono Aiello e Gatto per la Filcams Cgil Palermo e Spitalieri e Marrone per la Fisascat Cisl Palermo Trapani – Subentrata l’amministrazione giudiziaria sono stati regolarizzati i contratti, con l’ausilio delle organizzazioni sindacali. Abbiamo chiesto e ottenuto che tutti i lavoratori avessero un contratto a tempo indeterminato: c’erano lavoratori in nero, in grigio, part-time che effettuavano lavoro full time o altre mansioni, sotto inquadrati e irregolari. L’amministrazione giudiziaria è stata subito sensibile e ha accolto le nostre istanze”.
Adesso con la confisca definitiva e con una situazione che si è quasi normalizzata, l’obiettivo principe è garantire la continuità occupazionale.
A settembre il prossimo aggiornamento per un confronto a seguito dello studio di un piano di fattibilità che possa essere sostenibile: le parti valuteranno se esistono le condizioni economiche perché l’attività venga affidata a una cooperativa di lavoratori che si costituirebbe per assumere la gestione diretta del bar.
“Dopo tanti sacrifici, i lavoratori chiedono di poter restare al loro posto e continuare a far valere le loro professionalità nello stesso campo in cui si sono ormai formati e specializzati – aggiungono i segretari di Filcams e Fisascat – Che un bene confiscato alla mafia e passato allo Stato dia certezze ai lavoratori dal punto di vista delle garanzie occupazionali è importante, sia come risvolto sociale che per il significato politico della legge sui patrimoni sequestrati e confiscati, che trova così la sua applicazione. Per realizzare il progetto si potranno utilizzare i fondi e le agevolazioni per le imprese già confiscate o sequestrate alla criminalità organizzata. Tali finanziamenti, previsti dal Mise, sono a tasso zero e sono dedicati alle imprese con queste caratteristiche o come in questo caso ai lavoratori che si uniscono in cooperativa”.
La riunione del tavolo tecnico è stata convocata dal prefetto, per dare seguito alla richiesta giunta dall’amministratore giudiziario.
A dar man forte al progetto dei lavoratori sono Filcams Cgil Palermo e Fisascat Cisl Palermo Trapani. “E’ partito il percorso – dichiarano per la Filcams Cgil Palermo il segretario generale Giuseppe Aiello e la segretaria provinciale Alessia Gatto e per la Fisascat Cisl Palermo Trapani il segretario generale Stefano Spitalieri e il segretario Salvo Marrone – Il tavolo tecnico ha esaminato la situazione, ha preso atto favorevolmente della richiesta dei lavoratori e sarà avviato uno studio per valutare la fattibilità e la sostenibilità economica della proposta. Prefettura, Agenzia Nazionale per i beni confiscati e Legacoop hanno espresso interesse e la disponibilità ad avviare e sostenere il percorso, comprendendo che si tratta di un progetto che nasce dalla tenacia dalle lavoratrici e dai lavoratori di Chantilly 2 e che anche noi come sindacati sosteniamo”.
La cooperativa sarebbe per questi lavoratori la conclusione di un percorso di emersione alla legalità e che ha già portato alla stabilizzazione di tutte le maestranze, secondo le previsioni contrattuali e la legge.
“I lavoratori hanno affrontato periodi complicati, in questi anni hanno assicurato la continuità dell’attività anche in un contesto di difficoltà economica, dovuto anche alla pandemia – aggiungono Aiello e Gatto per la Filcams Cgil Palermo e Spitalieri e Marrone per la Fisascat Cisl Palermo Trapani – Subentrata l’amministrazione giudiziaria sono stati regolarizzati i contratti, con l’ausilio delle organizzazioni sindacali. Abbiamo chiesto e ottenuto che tutti i lavoratori avessero un contratto a tempo indeterminato: c’erano lavoratori in nero, in grigio, part-time che effettuavano lavoro full time o altre mansioni, sotto inquadrati e irregolari. L’amministrazione giudiziaria è stata subito sensibile e ha accolto le nostre istanze”.
Adesso con la confisca definitiva e con una situazione che si è quasi normalizzata, l’obiettivo principe è garantire la continuità occupazionale.
A settembre il prossimo aggiornamento per un confronto a seguito dello studio di un piano di fattibilità che possa essere sostenibile: le parti valuteranno se esistono le condizioni economiche perché l’attività venga affidata a una cooperativa di lavoratori che si costituirebbe per assumere la gestione diretta del bar.
“Dopo tanti sacrifici, i lavoratori chiedono di poter restare al loro posto e continuare a far valere le loro professionalità nello stesso campo in cui si sono ormai formati e specializzati – aggiungono i segretari di Filcams e Fisascat – Che un bene confiscato alla mafia e passato allo Stato dia certezze ai lavoratori dal punto di vista delle garanzie occupazionali è importante, sia come risvolto sociale che per il significato politico della legge sui patrimoni sequestrati e confiscati, che trova così la sua applicazione. Per realizzare il progetto si potranno utilizzare i fondi e le agevolazioni per le imprese già confiscate o sequestrate alla criminalità organizzata. Tali finanziamenti, previsti dal Mise, sono a tasso zero e sono dedicati alle imprese con queste caratteristiche o come in questo caso ai lavoratori che si uniscono in cooperativa”.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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