A San Cipirello (PA), a bordo della sua Fiat Tipo rossa, Cosimo Fabio Mazzola stava rientrando a casa la sera del 5 aprile del 1994, quando alcuni killer guidati da Enzo Brusca, lo uccisero brutalmente a causa della gelosia del boss Giuseppe Monticciolo, la cui moglie prima di sposarsi ebbe una relazione sentimentale con lui. Il caso Mazzola scosse il paesino per l’atrocità con cui si attuò il crimine. Fabio era un giovane incensurato la cui estraneità al mondo criminale era evidente a tutti; ma l’amore non bastò a salvargli la vita. A volte il destino è crudele. Fabio certamente ha pagato un prezzo esorbitante per aver scelto la via della legalità lontano dagli ambienti malavitosi.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordarne la storia attraverso l’elaborato della studentessa Carla Le Rose della classe III sez. C del Liceo Scientifico Filolao di Crotone.
“Fu un atto di gelosia a spezzare la vita di un giovane. Mentre tornava a casa, Cosimo Fabio Mazzola, la sera del 5 Aprile 1994, fu ucciso a bordo della sua Fiat rossa a San Cipirello (Pa).
Il mandante dell’omicidio fu Giuseppe Monticciolo, ex mafioso, ora collaboratore di giustizia; il quale chiese permesso ai Brusca di eliminare l’ex fidanzato della moglie Laura.
Laura, figlia del boss, Giuseppe Agrigento, era fidanzata con Mazzola; i giovani furono costretti a interrompere la loro storia, perché lui decise di non entrare nei giri mafiosi allontanandosi da Laura.
Fabio fu ucciso per gelosia, in quanto, secondo Enzo Brusca, uno dei moventi dell’assassinio fu che per Monticciolo Laura continuava a ricevere telefonate da parte di Mazzola.
Voci dei familiari ricordano invece che non era lui a chiamare lei, bensì Laura cercava lui, mostrando rimpianti e simpatia.
La via dell’attentato, 16 anni dopo, porterà il suo nome così da non dimenticare le vittime delle mafie, che spezzano ogni giorno vite di giovani innocenti.”
Oggi ricordiamo la storia di un ragazzo ai giovani perché comprendano il valore delle scelte.
Il CNDDU invita nuovamente gli studenti e i docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com)
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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