Esce Oblivion, l’intensa e raffinata rilettura di Lina Gervasi dall’omonima colonna sonora di Astor Piazzolla per l’Enrico IV di Marco Bellocchio disegnata con i magici suoni del suo theremin. Seconda tappa di un viaggio attraverso le grandi colonne sonore che la Gervasi ha pensato proprio per questo strumento tanto futurista quanto capace di antiche suggestioni. Al suo fianco nel videoclip che supporta questa uscita due raffinati ballerini di tango argentino: Barbara Carpino e Claudio Forte, siracusani come Lina Gervasi. Tutti e tre avvolti in una magica simmetria visiva fra l’abbraccio dei due ballerini, da una parte, e il gesto e la postura fra Lina e il suo strumento. Magia che trova la sua eco e risonanza fra le splendide mura di Palazzo Biscari, uno degli edifici storici più belli di Catania.
“Da diverso tempo – spiega la stessa Gervasi – desideravo far viaggiare il mio theremin sulle linee melodiche malinconiche, liriche, nostalgiche e struggenti di questa meravigliosa e commovente composizione di Astor Piazzolla. Per far questo abbiamo sostituito la voce solista del bandoneon, strumento “principe” ed iconico del tango argentino, con quella fortemente eterea ed evocativa del theremin.” La tessitura armonica di sostegno, basata su un rigoroso ritmo di milonga campera è affidata ad un eccellente pianoforte e a un quintetto d’archi d’eccezione diretto da Denis Marino che ha curato insieme alla Gervasi produzione e arrangiamenti. Interpreti del quintetto sono Emilia Belfiore ed Adriano Murania (violini), Rosaria Milici (viola), Alessandro Longo (violoncello), Davide Galaverna (contrabbasso) oltre a Seby Burgio al pianoforte. Ne esce un dipinto musicale che rimanda al ricordo, all’oblio, ai sentimenti più profondi dell’essere umano, alla dolcezza, alla tristezza, alla malinconia. Un dipinto che nel videoclip si fonde perfettamente con l’istintualità e la passionalità della danza, affidata al tango di due maestri d’eccezione: Barbara Carpino e Claudio Forte che, come si diceva, sono siracusani come Lina Gervasi.
Come già anticipato, una curiosità: la postura corretta utilizzata per suonare il theremin ricorda molto quella dell’abbraccio col quale la ballerina di tango si affida al proprio hombre. Nel tango la donna si affida totalmente all’uomo, diventando un’unica entità all’interno dell’abbraccio, così come “chi suona il theremin si affida totalmente al proprio ascolto interiore, trasformando in musica ciò che la mente pensa e che il cuore canta”, come afferma la stessa Gervasi. Tutto ciò rende lo scambio emotivo tra le due arti, musica e danza, ancora più stretto.
Anche per questo videoclip Lina Gervasi e il suo produttore, Denis Marino, hanno scelto un luogo che racconta la bellezza della loro Sicilia e della sua storia. Mentre nel video precedente, il riarrangiamento per Theremin di Now we are free, il richiamo a Il Gladiatore di Ridley Scott aveva suggerito la scelta del Ponte dei Saraceni di Adrano (CT) che deve proprio ai romani il suo primo riadattamento in pietra. Per questo Oblivion hanno scelto Palazzo Biscari che, oltre ad essere una delle più suggestive dimore private catanesi, è un illustre esempio di arte ed architettura del Settecento sicililiano: con i suoi curatissimi arredi, i coloratissimi e raffinati affreschi, gli ampi saloni.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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